L’interiorità di Rita Siragusa in cinquanta opere inedite per Bergamo Brescia 2023

Pubblicato da Hdemia SantaGiulia il

Pathos Bronzo - fotografia di Pamela Giaroli

Un percorso lungo trent’anni diventa mostra. L’artista mette a nudo la propria interiorità in modo profondo e libero da ogni vincolo, raccontando una parte della sua anima. Eppure ancora tanto resta da dire. La lunga carriera di un artista può avere ancora qualche segreto nascosto da rivelare

Abbiamo cercato di saperne di più facendoci raccontare la genesi dell’esposizione che sta per arrivare al Museo Diocesano in occasione di BGBS2023 e che parte del percorso personale di Rita Siragusa, docente di Scultura dei corsi di Pittura e Decorazione in Accademia SantaGiulia, e, fuori-classe, artista di grande sensibilità che ha partecipato a mostre collettive e personali, contest e progetti in tutta Italia e all’estero. 

Incontriamo Rita online, mentre si trova nel suo studio “nella confusione più totale”, come ci rivela lei. La mostra sta per essere inaugurata ed è circondata da una moltitudine di sculture imballate. È sorridente ed emozionata e ci accompagna alla scoperta di ciò che sta per presentare al pubblico.

Rita Siragusa, raccontaci di te! Qual è il tuo background? 

Ero una giovanissima artista e ho iniziato il mio percorso al Liceo Artistico Foppa, grazie al fortunato incontro con il maestro Tullio Cattaneo, fondamentale per dare avvio al mio percorso di ricerca. Da lui ho preso la freschezza del gesto artistico e l’amore per la scultura. 

Poi sono approdata a Brera e si è aperto davanti a me un mondo fantastico: ho incontrato il maestro Igino Legnaghi, un artista generosissimo, e sono diventata sua assistente. L’amicizia tra noi è ancora viva e spesso mi rivolgo a lui per le mie perplessità o i miei dubbi.

Mi ha donato tutta la sua esperienza: con il sacro, con il minimale, con le macchine industriali, lo studio dei metalli, ma soprattutto, grazie a lui, ho avuto la possibilità di rimanere a stretto contatto con i suoi fedeli amici. Ero una ragazza che andava da un laboratorio all’altro, ho frequentato gli studi di Emilio Vedova, Mario Merz, Gianfranco Pardi, Pietro Consagra.

È stato un periodo che mi ha forgiato e ha fatto nascere in me il desiderio di creare grandi sculture, cioè di vederle prima in piccolo formato e poi monumentali, grazie alla potenza della tecnica. Le mostre più importanti a cui ho partecipato, sono state proprio collettive con questi grandi maestri e si tratta di esperienze per cui sarò sempre riconoscente. Da quel momento in poi, sono stata protagonista di tante esposizioni e portato diverse sculture in tutta Italia.

Rita Siragusa e una delle sue opere d'arte
Rita Siragusa insieme ad una delle sue opere d’arte

Rita Siragusa sta per inaugurare, proprio in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, la sua personale: dal 6 luglio al 27 agosto sarà ospite del Museo Diocesano di Brescia con quasi 50 opere, frutto di un percorso intimo e spirituale che l’artista offrirà al pubblico come occasione di riflessione e condivisione di un dolore che diviene conforto

Cosa porterai in mostra? 

Il mio progetto si intitola “Ricerca Nascosta”: proviene da molto, molto lontano, più o meno da quando avevo vent’anni. È una ricerca singolare perché si tratta di opere inedite che ho accumulato in trent’anni di lavoro, ma che non ho mai fatto vedere a nessuno.

È una ricerca visionaria, intellettuale e distruttiva, composta da sculture, apparizioni divine, quasi umane, un dialogo tra terra e cielo che comprende anche le miserie umane e la conseguente voglia di riscatto con queste armi inesauribili che mi hanno risollevato e supportato: le preghiere. 

Eros, bronzo, una delle opere esposte al Museo Diocesano - fotografia di Pamela Giaroli
Eros, bronzo, una delle opere esposte al Museo Diocesano – fotografia di Pamela Giaroli

Da dove nasce questa ricerca e la volontà poi di offrirla al pubblico? 

Si tratta di un percorso spirituale sofferto e molto intenso che si sviluppa a partire dal dialogo che negli anni ho sentito la necessità di condurre con il mio carissimo amico Sandro Laffranchini, primo violoncellista della Scala di Milano.

Questo collegamento tra noi due ha arricchito moltissimo la mia ricerca: si trattava di un dialogo confidenziale dove condividevamo qualcosa di unico – io le mie opere e lui i suoi pezzi inediti, di cui alcuni saranno diffusi nelle sale espositive della mostra stessa. Abbiamo continuato così per tantissimi anni, nella nostra solitudine, nei nostri esili, nei nostri silenzi, nelle nostre sofferenze e confidenze.

Rita Siragusa al lavoro
Rita Siragusa al lavoro

A lui si è aggiunta un’altra persona fondamentale per la mia crescita interiore: il filosofo Alberto Cividati che mi ha dato il coraggio di esibire finalmente questa ricerca.

Abbiamo costruito insieme questa mostra grazie ad un dialogo bellissimo, di notte, di giorno, molto riflessivo e in questi nostri habitat, in queste nostre solitudini, Cividati mi ha donato le parole chiave per la lettura delle mie opere.

Si tratta di una delle esposizioni più importanti della mia vita perché ho veramente messo cuore e anima in ogni sua parte. Ci sarà anche un’installazione all’interno del chiostro dove si trova il grande ciliegio, che verrà vestito con una tunica dorata di “pepite stellari” di alluminio, bronzo, rosso e bianco, di ottone che ricopriranno completamente l’albero e poi una grandissima scultura, conficcata come una lama nel terreno. 

Only Heart, gesso, una delle opere esposte al Museo Diocesano - fotografia di Pamela Giaroli
Only Heart, gesso, una delle opere esposte al Museo Diocesano – fotografia di Pamela Giaroli

Oltre ad essere un’artista, però, hai deciso di essere anche docente. Cosa significa per te formare giovani?

L’insegnamento è stato e fa parte della mia vita, in Accademia SantaGiulia ho proprio una seconda famiglia e mi trovo molto a mio agio. Lavorando qui, poi, ho avuto l’occasione di ritrovare da docenti nel tempo alcuni dei miei ex studenti e tanti altri che ho avuto con me negli anni. È una soddisfazione enorme! 

Cosa di questa tua professionalità e di questo percorso fuori dalle aule di Accademia porti ai tuoi studenti?

Cerco il più possibile di leggerli dentro così da affrontare una ricerca individuale ben salda, offrendo supporto tecnico ed espressivo. Trasmetto a loro tutto il mio lavoro, la mia vita, le mie esperienze, ma anche tutto ciò che magari è stato difficile per me affrontare così da offrire loro dei consigli efficaci, soprattutto quando li vedo insicuri.

Cerco di stimolarli il più possibile e li incoraggio a fare di più, anche oltre le loro possibilità, in un dialogo aperto alla classe dove sopraggiungono idee svariate e ognuno di loro si arricchisce. 

Ai miei studenti voglio offrire un futuro. È importante credere nei giovani e tutti devono investire, perché si tratta della nostra società: sono loro che cambieranno il mondo e noi dobbiamo aiutarli perché vivono un periodo storico incredibile, dove ci sono mille sollecitazioni e loro devono essere premiati con la possibilità di inseguire i propri sogni, di poterli realizzare. 

God is passion, God is life, God is nature, resina, tre opere che saranno in mostra al Museo Diocesano - fotografia di Pamela Giaroli
God is passion, God is life, God is nature, resina, tre opere che saranno in mostra al Museo Diocesano – fotografia di Pamela Giaroli

Cosa invece prendi tu da loro? 

Gli stimoli sono innumerevoli: mi danno forza di volontà, freschezza, entusiasmo e in più mi aggiornano su tutto ciò che è giovane.

Quello che mi rimane di più nel cuore è il loro sorriso quando si ritengono soddisfatti del loro lavoro. In più, anche una volta concluso il corso, rimango collegata a loro, negli anni.

Sono sempre estremamente entusiasta: tutte le volte che devo alzarmi per andare in Accademia SantaGiulia mi sento fortissima e cerco di dare il massimo, l’anima, la forza, anche se sono stanca, cerco proprio di dare tutta me stessa. 

Che consiglio daresti ai tuoi studenti? 

L’ho scritto perché mi prende il cuore! Il consiglio che ho sempre dato ai miei studenti e a tutti quelli che incontro è di non smettere mai di sognare, qualsiasi cosa accada, in qualsiasi situazione ci si trovi, perché il sogno si tramuta in desiderio di fare!

Ufficio Comunicazione & Ufficio Orientamento
Accademia SantaGiulia


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