Oculus, la new entry di casa Facebook
La notizia è rimbalzata in tutta la rete in pochi minuti: Facebook colpisce ancora! Questa volta, a finire nel carrello hi-tech del social network più famoso del mondo, a poco tempo dall’acquisto della messaggistica di Whatsapp, è la società Oculus, un’azienda che si occupa di realtà virtuale.
Costo dell’operazione, che si concluderà entro giugno, 2 miliardi di dollari, tra azioni e contanti.
Obiettivo: spianare tutte le strade possibili per i social network del futuro.
“Il mobile è la piattaforma di oggi, ci stiamo anche preparando alle piattaforme di domani. Oculus ha la possibilità di creare la piattaforma più social di sempre e cambiare il modo in cui lavoriamo, giochiamo e comunichiamo.”
Ha dichiarato l’amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg.
Il prodotto di punta della startup, nata grazie alla raccolta fondi via internet con Kickstarter, una piattaforma di crowdfunding, è Oculus Rift.
Un visore che permette l’immersione totale nella realtà virtuale.
Embed from Getty ImagesMa che cos’è Oculus Rift?
È il nuovo “dispositivo per la realtà virtuale” per le console di videogiochi ideato e progettato dalla società Oculus VR fondata da Palmer Luckey, appassionato di realtà virtuale. Si tratta di un prodotto non ancora presente sul mercato ma disponibile solo per gli sviluppatori. Il primo modello di Oculus Rift prende vita, nel garage di Luckey, montando alcune parti di uno smartphone su una maschera da sci. Oculus Rift permette di aumentare quella che è la comune esperienza di gioco. Il giocatore, dopo aver indossato il dispositivo, viene catapultato in tutti gli effetti in un’altro mondo nel quale può muoversi esattamente come avviene nell’ambiente circostante proprio perché Oculus Rift è in grado di registrare i movimenti della testa di chi lo indossa. Possiamo dunque affermare che i “comuni” joystick possono anche essere tranquillamente riposti in uno scatolone e sistemati in soffitta?
Prima Instagram, poi Wahtsapp e adesso Oculus… Cosa starà mai tramando la famosa azienda di Menlo Park? In un mondo che pare essere dominato ormai da Google con i suoi Google Glasses ecco che Facebook si fa sentire. E Sul web, molti si domandano perché non sia stato Google ad acquisire la neo start-up.
A parer mio il motivo è semplice: Google ha già i Glasses, da riuscire ad inserire come “oggetto quotidiano” nella nostra vita e quindi il suo interesse nei confronti di questo nuovo sistema può non essere così “vivo”. Mi pare che Oculus Rift, sia, da un lato un’innovazione che permetterà una diversa esperienza di gioco ma dall’altra parte, credo che inevitabilmente risulterà una delle tante vie attraverso la quale l’individuo si astrarrà dalla realtà perdendo ogni sorta di contatto umano.
Embed from Getty ImagesEcco perché penso (e questo nonostante io sia una studentessa del corso di Web e Comunicazione e che quindi ragiona in un’ottica di business e sviluppo delle imprese proprio nel mondo del web!) che Oculus Rift, cosi come lo smartwatch e i Google Glasses, siano prodotti che non hanno ragione di esistere per un semplice motivo: la mancanza di un utilizzo peculiare che sia in grado di invogliare la gente all’acquisto e alla fruizione dell’oggetto stesso… o semplicemente anche solo a giustificarne la sua esistenza.
Tutti parlano dello “scandalo” di questo acquisto da parte di Facebook. Personalmente non ci trovo nulla di così spaventoso, o almeno aspetto prima di giudicare. Quello che mi fa “paura” davvero è la prospettiva di un futuro dove la gente si troverà totalmente immersa nel mondo virtuale. Già ci sono persone che passano ore su facebook imbambolati davanti a uno schermo. Immaginate se potessero farlo immerse in un mondo tridimensionale, con riproduzioni dei propri amici con i quali avere conversazioni fittizie. Panico! Altro che dipendenza da Facebook o selfie, qui avremo gente che non esce più di casa o peggio non si alza più dal divano!
Ovviamente questo è il mio pensiero a riguardo e per qualcuno magari Oculus può essere il progetto del secolo. Detto ciò, sono davvero curiosa però di sapere quali saranno i piani dello spendaccione del secolo (Zuckerberg) ora che il progetto Oculus Rift è nelle sue mani. Per il momento Zuckerberg ha dichiarato che Oculus VR rimarrà indipendente. Ma ci credo poco.
E voi cosa ne pensate di Oculus Rift? È veramente questo il futuro dei videogiochi?
Alessandra Cucchiara
III anno del triennio di Web e Comunicazione d’Impresa
2 commenti
ShelfZone: la spesa in testa — Hdemia SantaGiulia - il blog · 30 Luglio 2019 alle 15:50
[…] Si chiama ShelfZone, il software che permette di “camminare” tra le corsie di un supermercato e fare la spesa senza uscire di casa. L’idea nasce negli studi di Imille, un’agenzia di comunicazione milanese dove gli ideatori “quasi per gioco” hanno iniziato a sperimentare le potenzialità del prodotto, hi-tech, più in voga ultimamente, Oculus Rift, di cui vi avevo già parlato nei precedenti articoli. […]
ShelfZone: la spesa in testa | Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia · 24 Luglio 2014 alle 15:35
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