Dal corso di Net Art in Accademia alla Biennale d’Arte Digitale in Brasile

Pubblicato da Hdemia SantaGiulia il

Celeste Lombardi e Damiano Crotti (Aka Demian Luce), hanno realizzato un progetto per il corso accademico di Net Art con l’utilizzo della Grafica 3D.

Il progetto è stato in seguito selezionato da APPROXIMATELY 800CM3 OF PLA (800cm cubi è il volume della plastica contenuta in una bobina di alimentazione standard di una stampate 3D) per diventare un oggetto fisico reale, stampato in 3D con materiale biodegradabile, per essere presentato al padiglione della The Wrong – New Digital Art Biennale”, ed esposto a Baile, nell’Università Federale dello Spirito Santo, in Brasile.

snail.obj-DemianLuce
OPERA STAMPATA IN 3D: snail.obj | Demian Luce | 1h 51m 26s, 10.5cm3 de PLA

Abbiamo fatto tre semplici domande a Celeste e Damiano per raccontarvi la loro esperienza.

Cosa è per te l’arte?

ARTE è un discorso fluido, mutevole e semanticamente poco chiaro. L’Arte è un non-luogo da esplorare. Difficilmente definibile, in quanto la sua stessa definizione è in continua evoluzione, direi che per me arte coincide con ricerca, ossia il continuo porsi un’interrogativo, naturalmente irrisolvibile, che tuttavia pone su un percorso di continuo superamento di se stessi.

Quando hanno selezionato la tua opera pensavi fosse uno scherzo?

Siamo i più duri critici di noi stessi, pubblichiamo pochissime opere, solo quelle che riteniamo funzionino davvero sia sul piano concettuale che su quello estetico; direi che, anche se la sicurezza di venire selezionati non c’era, eravamo entrambi convinti di avere un prodotto valido e con tutte le carte in regola rispetto al tema della mostra. Scherzo!… Sicuramente no.

Ma ci ha fatto molto piacere, in particolare essere accostati ad artisti molto più famosi di noi, alcuni perfino seminali nel campo della “new media art”… È stato elettrizzante!

Come spieghi a tua zia/alla tua famiglia che quello che fai è arte?

Ci sforziamo di fare opere il più possibile comprensibili, anche per chi non ha una conoscenza approfondita del mezzo: per noi l’arte deve essere una cosa per tutti, non importa se viene percepita come tale, l’importante è che comunichi un messaggio, una sensazione, che faccia riflettere e che dia al fruitore una nuova prospettiva da cui guardare.

Di norma cerchiamo di stratificare i significati, concetti molto abbordabili sovrapposti a riferimenti per un pubblico avvezzo al linguaggio
dell’arte contemporanea.

Vogliamo portare tutti gli “zii” del mondo al limite delle proprie capacità concettuali senza mai superarne il confine: in quella zona di vulnerabilità chiunque è recettivo e disposto a capire, si instaura un dialogo.
Un’opera si deve spiegare da sola, altrimenti serve a poco.


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