Noi, flâneur dell’età contemporanea: tra appunti visivi e storie da raccontare

Pubblicato da Hdemia SantaGiulia il

Sapete cosa succede quando si passeggia tranquillamente senza fretta per le strade e i vicoli di una città? Ve lo dico io, si rischia di innamorarsene!

Ci si innamora di ogni mattone, delle persone che ne fanno parte, dei riflessi sulle vetrine e delle storie che nasconde, sia in superficie che nelle sue profondità. Succede, nonostante non sia la città in cui sei nata e cresciuta. I riflessi del tramonto sulle case del Carmine, le luci del traffico, i profumi di cibo esotico percorrendo San Faustino, Piazza Loggia illuminata alla sera, ma anche le piccole cose come le trame dei tombini, le scritte sui muri, le orme lasciate nel cemento, tutto diventa parte di una storia che vorresti scoprire e raccontare.

Diventa un po’ anche la tua di storia.

Ma per capire come questo sia successo è necessario fare un passo indietro, a inizio gennaio, quando il professor Paolo Fossatidel corso di Progettazione Multimediale I, con la professoressa Annamaria Guerrini, ci hanno presentato il tema dell’ebook che avremmo realizzato durante le sue lezioni: la città.

Siamo partiti riflettendo su “cos’è per noi la città”, come noi la vediamo e la viviamo.

Siamo stati poi mandati in missione: ci è stato detto di perderci per le strade, come farebbe un flâneur, ossia un gentiluomo che vaga per le vie cittadine, con calma, senza fretta e che si ritrova ad emozionarsi e stupirsi delle piccole cose che formano il reticolo di strade che chiamiamo città. Un atteggiamento rivoluzionario per la nostra società contemporanea che purtroppo si ritrova sempre più spesso a camminare lentamente nei centri commerciali, mentre osserva le vetrine, e che invece attraversa di corsa il centro città non osservando nulla di ciò che li circonda, camminando con passo spedito fissando lo schermo di un cellulare o l’orologio al polso.

Non è certo stato facile vivere la città con la calma di un flâneur, ci sono sempre mille impegni che costellano le nostre giornate e poco tempo libero, ma la bellezza che si nasconde nel riuscire a perdersi in una città straniera, come lo era per me, o nella città che conosci da quando sei piccolo è stato fondamentale per scoprire e riscoprire Brescia, per riuscire poi a raccontarla con uno sguardo nuovo e diverso.

Andando in giro per le sue strade e i suoi quartieri, abbiamo fatto un po’ come Paloma, la protagonista del libro L’eleganza del riccio, nel suo “diario del movimento del mondo”, ma invece di descrivere attraverso le parole quello che ci colpiva, lo abbiamo immortalato con un click. O meglio, abbiamo utilizzato la fotografia come un block notes per annotare degli appunti visivi: momenti, luoghi o persone che ci hanno colpito, toccato e influenzato.

Queste fotografie sono poi state esposte al Ghedi Photo Festival. Abbiamo allestito una mostra e deciso la disposizione dei nostri scatti. Non sono state appese solo le nostre fotografie, ma anche la nostra visione della città. Una città che appare alle volte triste e malinconica, altre estremamente viva e popolata, oppure solitaria e silenziosa e dove le vere storie sono rappresentate dalle persone che la attraversano e la modificano e noi, piano piano, stiamo cercando di raccontarle.

Al momento, infatti, l’ebook è ancora in fase di realizzazione: stiamo scrivendo le ultime storie e lavorando alla parte grafica. Non vediamo l’ora di condividerlo con voi e con le persone che fanno parte di questo libro.

Quindi #staytuned per saperne di più sulle esperienze del team didattica e per l’uscita dell’ebook.

Beatrice Da Lan
Didattica dell’Arte per i Musei #teamdidattica


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