“Arti Incrociate”: suono e immagini diventano una cosa sola grazie alle Nuove Tecnologie dell’Arte

Due realtà diverse, una sfida comune: utilizzare le nuove tecnologie per superare i confini tra arti visive e musica e raggiungere nuovi scenari creativi, espressivi ed emozionali.
Così l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia e il Conservatorio Luca Marenzio di Brescia hanno presentato la seconda edizione di “Arti Incrociate”, un progetto di ricerca artistico-scientifica con l’obiettivo di esplorare l’incontro tra suono e arti visuali.
Protagonisti dell’iniziativa, andata in scena negli ambienti del nuovo Teatro di Posa di via Montegrappa, alcuni studenti del triennio in Nuove Tecnologie dell’Arte, i loro docenti e un dottorando di ricerca in Arti Visive e Umanesimo Tecnologico che hanno dato vita a un’esperienza immersiva unica, un flusso di performance live audiovisiva.

“Arti Incrociate” è ricerca
Il dottorando Rafael Bresciani attraverso il suo progetto che combina linguaggi artistici differenti ha offerto il suo punto di vista su ciò che trova più stimolante del processo di ricerca in campo creativo.
“Lavorare a un progetto di ricerca artistica mi costringe a dialogare con ciò che è stato detto e fatto in passato. Mi costringe a studiare, riflettere e pensare a nuovi modi di comprendere il nostro mondo contemporaneo attraverso la lente dell’arte, della cultura e degli affetti.
In questo contesto, la musica è il mio mezzo espressivo principale: mi permette di riflettere e di suggerire significati e concetti nuovi. La musica è sia oggetto che mezzo, ci permette di connetterci con altri media, altri soggetti, altri universi poetici”.

Le tecnologie, quindi, all’interno dei progetti proposti nell’ambito di “Arti Incrociate” non si limitano a offrire strumenti, ma sembrano anche riflettere visioni del mondo e aprire spazi creativi legati al contesto storico in cui nascono.
Nello scenario contemporaneo, il digitale, l’intelligenza artificiale e la rete diventano veicoli e meccanismi di controllo dell’informazione, trasformando i media in una presenza diffusa e frammentata. Per chi lavora con questi linguaggi, come Rafael e gli studenti coinvolti nelle performance della giornata, questa condizione rappresenta insieme una materia di indagine e un terreno di confronto attualissimo.
“E se oggi il dibattito sull’autorialità fosse superato?”, incalza Bresciani, “Kenneth Goldsmith già nel 2011 si interrogava. Se la copia come pratica, come tecnica, come estetica fosse un modo per rivelare l’unicità di ogni visione del mondo? Se la scrittura non creativa fosse l’ultimo rifugio della creatività in un mondo di infinite riproduzioni ed echi delle nostre tracce digitali? È qui che vedo il dibattito ancora incompleto, nonostante sia già iniziato”.

“Arti Incrociate” è didattica
Oltre al processo artistico di ricerca, questi temi sono stati al centro di una sperimentazione e riflessione prodotta dal percorso didattico del triennio in Nuove Tecnologie dell’Arte che, attraverso la performance cross-mediale NO1ZESCAPE ha voluto mettere in discussione l’iperproduzione di contenuti nell’era digitale.
Creatività, tecnologia e casualità algoritmica interagiscono per dare forma a un’esperienza visiva immersiva e sperimentale. I video vengono deformati e alterati in tempo reale, integrando un aspetto interattivo e creando distorsioni direttamente influenzate dal suono. Questo elemento di modulazione visiva amplifica il legame dinamico e indissolubile tra audio e immagine.
Serena Voltolini, Filippo Bisutti, Andrea Mussetti, Jorge Emilio Quispe sono gli artisti che hanno dato vita alla performance: questi ragazzi, studenti del II e III anno del triennio in Nuove Tecnologie dell’Arte, sono stati in grado di superare i limiti della formazione accademica tradizionale e costruire un vero e proprio intervento performativo contemporaneo.

“L’intelligenza artificiale generativa, sempre più integrata nel nostro corso, ci ha consentito di esplorare nuove modalità espressive e operative con cui abbiamo realizzato parte dei contenuti video”, racconta Serena.
“Anche le riprese video effettuate con il drone hanno rappresentato un’occasione per applicare le competenze tecniche acquisite, in particolare nella fase di color correction e nella selezione delle inquadrature in base alla loro efficacia visiva e compositiva.
Un altro momento fondamentale è stato il lavoro svolto, sotto la guida del docente Alessandro Ottenio, per la realizzazione di una tastiera MIDI personalizzata. Questo dispositivo ci ha consentito di controllare in tempo reale i filtri visivi, progettati in TouchDesigner, integrando così in modo organico la componente visuale con quella sonora.
L’aspetto sonoro è stato sviluppato in autonomia da Emilio che ha curato la composizione e l’esecuzione musicale, sotto la supervisione del docente Fabrizio Saiu.
Importantissimo anche il contributo del docente Roberto Bonisoli, che ci ha accompagnato affinché presentassimo una performance capace di valorizzare appieno le potenzialità artistiche e creative del nostro percorso”.

“Arti Incrociate” è multidisciplinare
Un percorso che ha permesso agli studenti di sperimentare e sperimentarsi, di esprimere idee e visioni artistiche e di spaziare tra conoscenze, competenze e suggestioni diverse.
“Attraverso il lavoro svolto, abbiamo avuto la possibilità non solo di applicare quanto appreso durante il triennio, ma anche di trasformarlo in strumenti espressivi maturi, capaci di dare forma a una performance articolata e significativa.
È stata un’occasione per superare la semplice definizione di “tecnici” e dimostrare come le conoscenze acquisite possano evolversi in un linguaggio artistico personale, complesso e consapevole, capace di generare esperienze immersive, installazioni interattive e narrazioni visive e sonore di forte impatto. Un momento di sintesi e al tempo stesso di apertura verso ulteriori possibilità di ricerca e sperimentazione”.

Le lezioni, gli stimoli ricevuti e i confronti in aula sono divenuti parte integrante del progetto creativo: cosa significa fare arte oggi? Come si può dare forma a idee, emozioni e visioni del mondo in maniera innovativa?
“Abbiamo capito che l’arte non è solo un linguaggio visivo, ma può intrecciarsi con il suono, la tecnologia, il corpo e lo spazio, creando esperienze più aperte e immersive. Lavorare in gruppo ci ha permesso di unire approcci diversi: ognuno di noi è partito da una sensibilità personale, ma il confronto ci ha aiutato a costruire qualcosa di più complesso e sfaccettato”.
Così, la sperimentazione attraverso strumenti come l’intelligenza artificiale o i dispositivi interattivi è divenuta un modo per porsi domande e cercare una forma.
“Più che arrivare a una risposta, volevamo aprire uno spazio, un’esperienza che lasciasse qualcosa a chi la attraversa”.
Quindi l’appuntamento è fissato: ci si vede il prossimo anno alla terza edizione di “Arti Incrociate” per continuare a riflettere insieme sulla commistione tra linguaggi artistici e sulle opportunità che questa interazione offre a livello didattico ed espressivo per gli artisti di oggi e di domani!
Ufficio Comunicazione, Accademia SantaGiulia
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