Saper vivere il proprio tempo e aprirsi alle sperimentazioni: vita da artista

Pubblicato da Hdemia SantaGiulia il

Lezione con Bonfanti, 30 gennaio 2019

pittura
sostantivo femminile
1. L’arte di dipingere, di raffigurare il mondo esterno o l’intuizione fantastica per mezzo di linee e colori; anche, la tecnica adottata per dipingere: p. a olio, a tempera; p. su tavola, su tela; p. murale; estens., scuola pittorica.”la p. fiamminga”
º CONCR. Singola opera pittorica; termine di paragone di effetti o immagini forniti di una notevole vivacità o di un certo fascino: ha un viso che sembra una p.; fig., rappresentazione o descrizione (ottenuta con mezzi non pittorici) ricca di espressività e aderenza alla realtà. “il film è una p. fedele dell’ambiente napoletano”

arte
sostantivo femminile
1. attività umana volta a creare opere a cui si riconosce un valore estetico, per mezzo di forme, colori, parole o suoni: l’arte della scultura, della pittura, della poesia, della musica; un’opera d’arte; museo d’arte moderna; storia dell’arte.

Linee, forme e colori sono alla base dei segni condivisi dagli artisti utilizzati come mezzo espressivo nella Pittura e nella Scultura.
Ce ne sono tanti altri poi ma non sempre sono condivisi dall’arte pittorica e scultorea: lo spazio e il supporto ad esempio (tavola, tela, basamento,… ), o la materia (olio, acrilico, matita, marmo, creta, legno,… ), spesso non lo sono.
Ci sorge spontanea una domanda: ma se la Pittura ha elementi in comune con la Scultura, viceversa, Pittori e Scultori possono essere “Artisti” a tutto tondo e contaminarsi tra loro?

Abbiamo provato a parlare di Pittura oggi, chiedendo al professore Paolo Sacchini, Coordinatore delle Scuole di Pittura e Scultura e Capo Dipartimento di Comunicazione e Didattica dell’Arte, di aiutarci a capire chi è il Pittore, e cosa si può aspettare lo studente iscritto al triennio dell’Accademia SantaGiulia.

Ma partiamo dal principio…

Chi è Paolo Sacchini, Coordinatore della Scuola di Pittura?
Prof. Paolo Sacchini

Sono uno storico dell’arte contemporanea. Direttore della Collezione Paolo VI – Arte contemporanea di Concesio (BS); presso l’Accademia SantaGiulia oltre a essere Capo Dipartimento e Coordinatore di Scuola, sono docente di Storia dell’arte contemporanea e Didattica dei linguaggi artistici.

Nelle mie attività di ricerca mi occupo prevalentemente di arte italiana tra le due guerre, di scultura della prima metà del Novecento e di arte sacra contemporanea.

L’Anno Accademico sta per iniziare e nella progettualità della Scuola di Pittura sappiamo che sono già stati inseriti numerosi progetti, commissionati da aziende e enti del territorio che si affidano alle menti creative e all’estro artistico dei giovani studenti. Ci può dare una piccola anticipazione dei progetti che verranno realizzati quest’anno e che ritiene siano di particolare stimolo per gli studenti?

Sì, alcuni progetti sono già impostati e altri sicuramente giungeranno in corso d’opera, anche in ragione delle molte iniziative culturali che punteggeranno il territorio bresciano e bergamasco in occasione di “Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023”.

Un progetto a cui teniamo molto, anche per l’assoluta autorevolezza del partner che ha deciso di coinvolgerci in un’iniziativa di respiro davvero ampio e internazionale, è quello con il Festival “Filosofi lungo l’Oglio”, che da molti anni propone meritoriamente al territorio riflessioni a cura di alcuni dei più grandi pensatori del nostro tempo, sia italiani che stranieri. La collaborazione con il Festival si traduce in un contest interno all’Accademia, al quale ogni anno partecipano numerosi studenti, per la realizzazione di opere capaci di trattare in maniera efficace il tema del Festival di ogni anno. Nel corso del tempo, i risultati sono stati sempre ottimi e soprattutto, direi, sorprendenti: infatti le opere hanno sempre saputo condensare intuitivamente e con grande efficacia in una sola immagine concetti filosofici e antropologici davvero assai complessi, che gli studenti hanno affrontato con notevole sensibilità.

Un secondo progetto molto importante e già in dirittura d’arrivo nella prima parte dell’Anno Accademico – e al quale tuttavia per il momento possiamo solo accennare senza scendere nel dettaglio, perché ancora “top secret” sul piano della comunicazione – vede la collaborazione delle Scuole di Pittura e Scultura (e la partecipazione di alcuni ragazzi di Nuove Tecnologie dell’Arte) con Ca’ del Bosco azienda vitivinicola bresciana, molto conosciuta in Italia e all’estero, che da tempo ha scelto di posizionarsi sul proprio mercato di riferimento anche tramite un collezionismo di arte contemporanea assai mirato e con significativi interventi di sostegno ai giovani artisti.
Si tratta di un progetto che è cresciuto in un dialogo molto stretto e fattivo durato un intero Anno Accademico (2021/22), e siamo davvero molto contenti di quanto abbiamo potuto fare. Non posso anticipare di più, ma alla presentazione ufficiale ormai non manca molto… Quindi – come si dice – stay tuned!

Quanto è importante per gli studenti mettersi in gioco con progetti reali e confrontarsi con l’ambiente lavorativo già durante il proprio percorso di studi? 

Oggi questo è davvero un aspetto fondamentale della formazione, particolarmente – ma non solo – in un’Accademia di Belle Arti. Innanzitutto, perché l’artista fa bene il proprio lavoro solo quando ciò che realizza riesce a trovare una reale, effettiva forma di dialogo – sebbene anche sofferta, in alcuni casi – con il mondo, e questo può avvenire solamente se le opere non rimangono nel chiuso delle quattro mura di casa, ma escono per raggiungere le persone. Non è affatto semplice esporre le proprie opere, perché nel farlo si è costretti – per così dire – a “mettersi a nudo” dinnanzi agli altri, esplicitando o comunque rendendo percepibili le proprie inquietudini, le proprie debolezze, le proprie umane contraddizioni; ma per fare l’artista è necessario riuscire a superare questo scoglio.

Inoltre, operare nel concreto è molto importante per familiarizzare il prima possibile – cioè, appunto, già durante gli anni di studio – con i meccanismi di funzionamento del sistema dell’arte. Ogni settore vive di dinamiche proprie, che è necessario comprendere e metabolizzare per potersi muovere consapevolmente all’interno di esso, e il mondo dell’arte non fa eccezione. Certo, poi è evidente che l’esperienza – di vita personale oltre che professionale – è insostituibile ed è quindi in ogni caso impensabile che uno studente neodiplomato possa agire come un artista che ha alle spalle trent’anni di carriera; tuttavia, anche solo per cominciare ad affacciarsi nel settore è importante avere le idee abbastanza chiare, e per farlo è importantissimo mettersi alla prova in progetti reali. 

Visto che abbiamo parlato di progetti futuri e mondo del lavoro, quali sono secondo lei le tre caratteristiche che deve avere un artista del futuro?

È una domanda da un milione di dollari!

Dunque, prima di tutto è indispensabile che sappia vivere il proprio tempo non solo dal punto di vista dei “contenuti”, ma anche e soprattutto sotto l’aspetto del linguaggio. Si dice spesso che gli artisti hanno delle “antenne” particolarmente sensibili, grazie alle quali riescono a cogliere i segnali dei cambiamenti in atto (riuscendo anzi, spesso, anche ad anticiparli); tuttavia, questo è possibile solamente se ci si dispone con un atteggiamento propositivo e prensile nei confronti del nostro mondo, anche se talvolta spaventa o sconvolge, senza rifugiarsi nel linguaggio di un passato magari glorioso ma oggi non più attuale.

In seconda battuta l’artista deve essere “sincero”, deve trovare dentro di sé la propria “ossessione” – come dice spesso il collega Marco La Rosa, docente artista della nostra Accademia e tutor delle Scuole di Pittura e Scultura – e farsi guidare da questa interna tensione nell’indagine sul reale e sull’uomo.

Infine, credo che oggi non si possa prescindere – almeno in partenza, come atteggiamento aperto alle sperimentazioni – da una certa tendenza all’intermedialità: naturalmente è del tutto lecito, e in qualche caso anche più sensato, “specializzarsi” in un medium specifico quando ci si accorge che esso è in assoluto il mezzo più idoneo all’espressione della propria ricerca personale, ma almeno in fase di formazione – e forse non solo – è opportuno e fruttuoso rapportarsi con media diversi, cercando di trovare per ciascuno di essi la formula più adatta per far convergere il proprio pensiero e lo strumento. In questo modo, nel tentativo di esprimere il proprio mondo interiore e le proprie riflessioni sul mondo l’artista avrà più frecce al proprio arco, e potrà dunque interpretare con efficacia e consapevolezza ogni sfumatura.

Giovanni Rossi a "McGuffin taste", Pittura-Scultura, Accademia SantaGiulia
Opera scultorea di Giovanni Rossi a McGuffin taste, la mostra conclusiva nata durante i corsi di Elaborazione Digitale dell’Immagine e Digital Video tenuti all’interno del Triennio di Pittura dell’Accademia di Belle Arti SantaGiulia, A.A. 2018/19.

Ufficio Comunicazione & Ufficio Orientamento
Accademia SantaGiulia


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