Dipendenza da serie TV

Pubblicato da Hdemia SantaGiulia il

people sitting on a couch watching

Serie TV: piccola guida per capire un fenomeno planetario.

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Homer Simpson, personaggio dei Simpson, pratica binge watching

Le serie TV sono un tutt’uno con noi. Non esiste alcun giovane, adulto o anziano che non abbia mai visto almeno un telefilm nella sua vita.

Il genere della serie televisiva ha conosciuto un’evoluzione che molti non si aspettavano, introducendo elementi di qualità prima tipici solo del genere cinematografico. La facilità con cui si può usufruire di questi contenuti ha favorito il boom di questo genere, che nel 2019, in Italia, vede 9 italiani su 10 guardare contenuti online.

Un mondo iper-connesso e un accesso a Internet sempre più alla portata di tutti, hanno modificato le nostre abitudini in tutti i settori, basti pensare a quello lavorativo, con l’introduzione dello smart working, a quello del gioco online, fino a arrivare alla possibilità di “visitare” virtualmente musei e luoghi di interesse culturale.

È proprio grazie a questa rivoluzione che è importante restare al passo con i tempi anche in campo linguistico, adottare parole e detti comuni al mondo della serie, ormai diffuse in tutto il globo.

C’è da osservare che il vero serie TV addicter adotta uno slang ricco di rimandi a episodi, frasi iconiche o semplicemente termini legati a questo mondo della televisione, ma non tutti abbiamo però questa capacità di switchare dal vocabolario comune a quello “nerd”.

Per questo motivo troverai una breve lista di parole comuni utilizzate dagli appassionati che almeno una volta nella vita ci capiterà di sentire (o perché no, di utilizzare) per restare al passo con i tempi e non restare tagliato fuori dalle conversazioni.

Così facendo comprenderai al meglio il fenomeno e il suo impatto sul linguaggio e sulla società.

Binge watching e Binge racing

Termine inglese composto da binge (“abbuffata”) e watching (“visione”), che i fanatici di serie TV conoscono molto bene, significa guardare programmi televisivi per un periodo molto lungo e superiore ad un tempo che per gli altri è usuale.

Solitamente chi pratica “maratone tv”, ovvero guarda tante puntate consecutivamente senza sosta, pratica il Binge racing e quindi si spinge ancora oltre.

Solitamente alla fine di ogni puntata si è tentati dal “prossimo episodio” o, se si sta guardando una serie in compagnia, dall’amico insaziabile che vorrebbe sempre guardare il proseguo della puntata, perché no, per tutta la notte.

Ship (shippare)

Il termine shippare ha preso piede in Italia grazie al suo spazio nel linguaggio di Internet e sui social. Deriva dalla parola “relationship” (relazione) ed è proprio questo di cui si parla. Per esempio, quando due personaggi sono molto affiatati tra di loro ma non stanno insieme, noi telespettatori “Shippiamo la coppia”, desideriamo che si mettano insieme. Questo modo di dire è entrato anche nel vocabolario comune di tutti i giorni.

Spin Off

Cosa succede quando un personaggio abbandona la serie TV e non sappiamo più niente di lui/lei?
Spesso i produttori attuano questo escamotage per creare uno Spin off, letteralmente un “derivato” della serie o miniserie originale.

Le trame di queste nuove serie sono pressoché in linea con quella madre ma quasi mai ottengono il successo sperato. I fan sono fedeli e difficilmente accettano e si appassionano a nuovi contesi e cambi di registro.

Uno Spin off che non ci meritavamo è stato Joey. Dopo la fine di Friends, la NBC cercò di approfittare del momento di sconforto dei milioni di fans in tutto il mondo ordinando la produzione di una serie TV incentrata sul personaggio di Joey Tribbiani.La trama racconta come dopo il matrimonio di tutti i suoi storici amici, Joey decide di lasciare New York e trasferirsi a Los Angeles per cercare fortuna come attore.

Nonostante un inizio incoraggiante, la serie cominciò a perdere appeal, fino a essere sospesa durante la seconda stagione. Evidentemente il gruppo di amici in Friends era la colonna portante dello show. Una volta venuto meno questo, una serie su un singolo personaggio, seppur tra i più amati, non aveva ragione d’esistere.

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Better Call Saul (Spin Off di Breaking Bad)

Quanto detto per Joey non vale per una serie molto amata distribuita da Netflix, Better Call Saul, Spin Off della popolarissima Breaking Bad.

Realizzare una serie interamente sulla figura di Saul Goodman, avvocato dei peggiori criminali d’America, significa approfondire tematiche lasciate in sospeso.

Creare un valido spin-off di una serie di successo è un’impresa molto complicata e lo diventa ancora di più se la serie in questione è una delle più acclamate di sempre.

Fin dall’inizio i fans di Breaking Bad hanno accolto Better Call Saul con un moderato entusiasmo misto a un marcato scetticismo, qualcuno obiettava che si trattasse di una mera manovra commerciale per capitalizzare ulteriormente su un brand già ampiamente sfruttato.

Per gli autori sarebbe stato più semplice creare un prodotto completamente nuovo, che avrebbe beneficiato della scia di entusiasmo lasciata da Breaking Bad senza doversi confrontare direttamente con un precedente così illustre. Gli ideatori, invece, hanno voluto dimostrare di avere ancora molto da dire nello stesso universo narrativo di Walter White (protagonista di Breaking Bad).

Dopo trenta episodi, però, è ormai chiaro che questa serie è ben più di un semplice prequel. È un prodotto televisivo a sé stante, con una propria dignità narrativa.

Crossover

Letteralmente “passare dall’altra parte”. In questi speciali episodi assistiamo all’unione di due o più ambientazioni diverse in un’unica narrazione. Solitamente troviamo due o più personaggi che fanno parte di serie televisive diverse ma che provengono dalla stessa casa di produzione. A esempio in Sleepy Hollow che ha ospitato i personaggi di Bones, entrambe produzioni della Fox.

Questo non può accadere con tutti tipi di telefilm, ci sono particolari regole che vanno rispettate.
Il fascino del crossover è legato alla sua natura, per forza di cose si decidono le serie da utilizzare in base al successo che esse hanno. Proprio per questo motivo questi particolari episodi attirano il pubblico di entrambe le serie, creando uno scambio di interazioni molto redditizie anche per la casa di produzione.

Cliffhanger

Cliffhanger indica chi “rimane appeso” (dal verbo to hang) a un “precipizio” (cliff), si tratta di un espediente narrativo in cui la storia raccontata si conclude con un colpo di scena. È una sorta di metafora per descrivere la suspense che si induce nello spettatore che rimane con il fiato sospeso.

Lo scopo è quello di tenere vivo l’interesse degli spettatori, inducendoli a rimanere interessati allo svolgimento delle vicende e a seguire la puntata successiva. Sarà appunto in questo nuovo episodio a essere ripresa la narrazione e a rilanciarla, grazie al cosiddetto hook (letteralmente, gancio).

Un repentino cambiamento di scenario, un dilemma sorto in uno o più dei protagonisti, oppure una situazione drammatica e potenzialmente fatale per uno dei personaggi. In questo modo il racconto si conclude nel momento in cui ha raggiunto l’apice della tensione e del climax ascendente, sono situazioni classiche in grado di suscitare suspanse.

Uno dei cliffhanger più utilizzati consiste nel mostrare nel finale di stagione una scena in cui uno dei personaggi viene ferito gravemente, lasciando gli spettatori con la voglia di scoprire se sopravvivrà o no.

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S6:E12 Surprise, Motherfucker! – Dexter e Debra

Un finale di stagione che ha lasciato tutti con il fiato sospeso è stato quello della sesta stagione di Dexter. Serial killer dai nobili intenti che conduce una doppia vita, nell’ultima puntata è pronto a mietere una nuova vittima, ma viene sorpreso dall’arrivo inatteso di Debra, sua sorella.

Che ripercussioni avrà questa scoperta su Debra? Che ne sarà del rapporto con Dexter? (Niente spoiler!)

Spoiler

A proposito di spoiler, il termine deriva dall’inglese to spoil ovvero “rovinare”. Nel linguaggio televisivo si riferisce ad una notizia che svela la trama, il finale o un momento saliente di un film o di una serie, rovinandone la visione.

Da qui l’espressione spoiler alert la cui traduzione è “allarme spoiler”. Il termine è usato per indicare che da quel momento in poi le informazioni trattate in un articolo, un blog o un post sui social media potrebbero rovinare la sorpresa a chi non ha ancora visto il contenuto in questione.

Il termine è entrato nel linguaggio comune e capita spesso di sentirlo anche in ambito non cinematografico.

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Netflix utilizza questo escamotage per convincere le persone a stare a casa durante la Pandemia.

Interessante è stato l’iniziativa di due ragazzi tailandesi che studiano in Germania che, durante i primi mesi della Pandemia di Covid 19, hanno tappezzato la loro città di spoiler in modo da convincere i compaesani a restare a casa.


Alla fine questa iniziativa si è trasformata in una campagna pubblicitaria a favore di Netflix, (che però ha rifiutato una collaborazione con i due studenti) e delle sue serie tv, anche se non ce ne sarebbe bisogno: durante il lockdown con milioni di persone costrette a casa, le azioni di Netflix sono aumentate del 17%.

Rerun e revival

Si usa il termine rerun (replica) quando vengono messi in onda episodi già trasmessi, come accade con Dr. House o Friends, entrambe concluse da tempo, ma attualmente in onda su Sky. O Dawson’s Creek sbarcato da poco su Netflix.

Importante non confondere il rerun con il revival, quest’ultimo fa riferimento al ritorno di una serie televisiva anni dopo la sua fine, come quello di Sex and the city. Attualmente la serie TV in produzione e già molto chiacchierata per l’assenza di una delle protagoniste (Kim Cattrall, alias Samantha Jones).

A volte questo tipo di serie-evento vengono usate per “testare il terreno” e assicurarsi che l’interesse dei fans non sia calato nel tempo, specie se il revival viene ordinato a distanza di anni. È quanto accaduto con X-Files. Dopo aver catturato l’attenzione con una stagione 10 nel 2016, ha previsto la possibilità di un ritorno con ulteriori stagioni.

Running gag e catchphrase

Si tratta di una battuta che ricorre più volte in uno spettacolo televisivo, alla quale il pubblico si affeziona. Running infatti significa “ricorrente”, mentre gag, termine tipico del mondo dello spettacolo, significa “trovata comica”.

Le catchphrases invece sono quelle frasi che vengono ripetute tali e quali da un personaggio nel corso di diverse stagioni, al punto di diventare dei tormentoni.
Ecco il caso di “It’s going to be legen – wait for it – dary!” di Barney Stinson in How I met your mother o ancora “That’s what she said” usata spessissimo da Michael Scott nella versione americana di The Office.

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Meme di Michael Scott della serie The Office

Un vero addicted riconosce ognuno di questi termini, le sue pupille si illuminano anche solo quando ne sente un accenno, apprezzeranno se un amico meno esperto cercherà di entrare nel loro mondo. Se non sei esperto e non hai idea di dove iniziare ecco 5 serie che non puoi assolutamente perderti nella vita.

  • Breaking Bad, forse non è la serie TV più vista ma sicuramente la più apprezzata di sempre;
  • The Big Bang Theory, il livello è sempre rimasto altissimo, il che non è scontato in una serie così longeva (12 stagioni);
  • Stranger Things, indubbiamente una delle migliori serie di Netflix e delle sue produzioni originali;
  • Chernobyl, successo inaspettato, è l’unica serie bastata su fatti reali ad aver avuto un successo planetario;
  • Game Of Thrones, forse il più grande fenomeno della storia delle serie TV, amplificato dal potere di internet.

    Diamoci dunque da fare, continuiamo a macinare e divorare (o iniziamo a divorare) serie come se non ci fosse un domani, ma da ora con qualche nozione tecnica in più!

Pensi che questa breve guida non sia abbastanza? Approfondisci l’argomento con un fantastico sito con tutto l’occorrente per comprendere al meglio questo fenomeno planetario!

Una sbirciatina? -> www.comingsoon.it/

Ludovica Sala
I anno, biennio specialistico di Grafica e Comunicazione (A.


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