DSA: da una studentessa, 5 consigli per gli insegnanti

Pubblicato da Hdemia SantaGiulia il

a weary female student having a headache

Disturbi specifici di apprendimento. Piccola guida rivolta agli insegnanti.

Sei un insegnante? Ti capita di avere studenti con difficoltà più o meno evidenti? Hai avuto difficoltà nella loro gestione e nel trovare il metodo didattico più adatto a loro?

Anche io ho una lieve forma di DSA, che mi ha sempre portata a sentirmi diversa, inadeguata e non accettata; passavo ore, ore ed ore davanti ad un libro ad assimilare concetti che in realtà mi portavano ad una semplice sufficienza.

Grazie al supporto della mia famiglia, ma soprattutto all’aiuto del mio insegnante, durante le scuole elementari ho scoperto l’esistenza di questa problematica. Senza il suo aiuto avrei mancato molti traguardi importanti, rimanendo ignara sui DSA.

Proprio per questo voglio spingere voi insegnanti a non giudicare uno studente in difficoltà, definendolo svogliato e lazzarone (come fanno ancora in molti purtroppo).

Devi sapere che i dati relativi ai disturbi specifici dell’apprendimento sono sempre più in aumento. Nell’anno scolastico 2017-2018, nelle scuole italiane secondo il Ministero dell’Istruzione, gli alunni con DSA sono stati 276.109: il 3,2% del totale (ma erano solo 0,7% nell’anno scolastico 2010-2011).

Cosa si intende per DSA?

immagine di una delle prime macchine da scrivere che favorirono la scolarizzazione e l’alfabetizzazione di massa portando ai primi casi di DSA
Prime macchine da scrivere

Il più noto tra i DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) è la dislessia, che si è manifestato con l’introduzione della scolarizzazione di massa. La persona dislessica ha una difficoltà riferita alla capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Leggere e scrivere sono considerati atti così semplici e automatici che risulta difficile comprendere la fatica di uno studente dislessico.

Altri tipi di DSA sono la disortografia che coinvolge la correttezza della scrittura, cioè l’ortografia come capacità di scrivere rappresentando correttamente i suoni e le parole della propria lingua.

Riguarda la scrittura anche la disgrafia ovvero la difficoltà specifica nella produzione dei segni alfabetici e numerici, il cui tracciato appare incerto, irregolare nella forma e nella dimensione.

Quarto e ultimo DSA è la discalculia un disturbo specifico dell’apprendimento che consiste nell’incapacità parziale o totale di eseguire operazioni di calcolo o, in un senso più ampio, di comprendere l’aritmetica.

Le cause dei DSA

Durante i primi studi sulle cause si pensava che alla loro base ci fosse un trauma celebrale minimo dovuto a una lesione alla nascita o ad uno sviluppo scorretto nei primi mesi di crescita.

Oggi sappiamo che non è cosi. Tutti i disturbi specifici dell’apprendimento sono legati principalmente alle diversità specifiche del nostro cervello!

grafica illustrata del cervello con lobo temporale sinistro
Lobo temporale sinistro interessato durante la lettura.

Uno studente con DSA fatica ad imparare proprio perché è “incapace” di leggere e comprendere in modo immediato; la dislessia non è causata né da un deficit di intelligenza, né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali o neurologici.

Lo studente dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacità e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica. Di conseguenza si stanca molto rapidamente, commettendo qualche errore.

Il lobo temporale sinistro del nostro cervello è quello interessato durante la lettura. Grazie alla PET è stato evidenziato che svolgendo questa azione vi è una ridotta attività in alcune regioni celebrali del cervello.
In italiano lo stesso gruppo di lettere rappresenta quasi sempre lo stesso suono in modo univoco.

La complessità dell’ortografia determina anche la gravità dei sintomi, infatti più il testo risulterà complesso da un punto di vista ortografico, più i sintomi si manifesteranno.

Infografica percentuale di soggetti dislessici.
Infografica esemplificativa, su una media di 24 persone minimo 2 soffrirebbero di dislessia. – Fonte: G.Stella, La dislessia, Il Mulino, Bologna 2004, pp. 47-51.

Stabilire però quale sia la percentuale reale di persone con DSA non è semplice in quanto la mancanza di conoscenza tra insegnanti, studenti ma anche genitori, contribuisce a sminuire o non individuare il problema. Si può intuire, quindi, che la carenza di dati (che variano fra l’1,5% e il 10% dell’intera popolazione italiana) è dovuta alla poca chiarezza che si ha riguardo la definizione di tale problema.

Come aiutare lo studente con DSA?

Ecco come comportarsi di fronte ad una problematica così complessa!

Non tutti i soggetti dislessici sono in grado di accettare la loro problematica e di conseguenza non sono nemmeno in grado di sviluppare un metodo di studio adeguato per le loro capacità. Agevolare gli studenti attraverso l’utilizzo di mappe, colori o immagini alleggerirà il loro carico di studio.

Tutti questi consigli ti aiuteranno ad essere più consapevole durante ogni approccio, assecondando lo studente ed evitando momenti di imbarazzo o timore.

1. 👂 PARLA e ASCOLTA

Come prima cosa parla con lo studente, capisci la “gravità” del suo disturbo, ascoltalo e sii interessato; alcuni studenti possono avere forme di DSA più o meno gravi, ogni soggetto è diverso e di conseguenza serve un approccio personalizzato.

2. ❌ NIENTE RIMPROVERI

Rimproverare uno studente per un errore, una frase grammaticalmente scorretta o una parola letta male, non farà altro che aumentare la sensazione di diversità e di inadeguatezza. Spesso, anche io, mi sono trovata di fronte a rimproveri di ogni genere che mi hanno portata a sentirmi sbagliata e non all’altezza.

In questi casi è giusto far notare un errore, altrimenti verrà continuamente ripetuto, ma ciò deve essere gestito con tranquillità e pacatezza. Il punto è far capire allo studente l’errore senza farlo sentire un peso o un problema, insomma come uno sbaglio che tutti posso commettere.

Grafica illustrata di tipici errori durante la lettura
Esempio di un errore di lettura

Un’esempio molto calzante è quello che troviamo nel libro di Ugo Pirro, “Mio figlio non sa leggere”, dove l’autore esplicita molto bene questo senso di colpa.

Ricerca l’origine delle difficoltà del figlio nel proprio rapporto, o nelle poche attenzioni che si sente di avergli dato, o addirittura nei modi in cui, da neonato, il piccolo veniva tenuto in braccio.

Questa estenuante ricerca di responsabilità è molto comune all’interno di famiglie di soggetti dislessici, tanto che, in alcuni casi, questi vengono trattati tramite psicoterapia, come se i disturbi di apprendimento non fossero altro che una reazione a un disagio psicologico.

3. 🎙 REGISTRARE

Fin dall’inizio del percorso scolastico, uno studente con DSA scopre che le prove scritte e orali, rappresentano un ostacolo, provocando frustrazione e rifiuto. Permettere agli alunni di registrare le lezioni è fondamentale per agevolarli durante lo studio. Ascoltare e riascoltare è necessario per assimilare meglio nella mente un concetto.

4. ✏ MAPPE CONCETTUALI

Durante ogni spiegazione, si può agevolare lo studio degli studenti con DSA con l’uso di mappe concettuali, schemi e disegni; se non è possibile adattare ogni spiegazione con questo metodo, può essere utile creare alla fine del percorso disciplinare, alcune mappe con i concetti chiave che sono stati trattati.

Vediamo qui di seguito alcune peculiarità che dovrebbe avere una mappa adatta ad uno studente con Disturbi Specifici di Apprendimento:

Immagini: Lo studente con Dislessia e DSA, da un punto di vista neuropsicologico, lavora meglio per immagini. Dunque è essenziale sostituire le parole con le immagini, maggiormente eloquenti.

Poche parole: Inserite solo le parole chiave. Solitamente sono nomi, date, luoghi, termini specifici di ciò di cui si sta parlando.

Grafica illustrata di una mappa concettuale per DSA
Esempio di mappa concettuale

Colore: questo punto è di fondamentale importanza, anche per me lo è stato. I colori aiutano moltissimo nella memorizzazione di concetti. Associare un colore per ogni categoria agevola tanto; i soggetti dislessici lavorano molto con la memoria visiva e il colore aiuta a focalizzare i concetti importanti.

Grafica illustrata di una mappa concettuale suddivisa per colori
Esempio di mappa concettuale con l’utilizzo di colori

5. ⌛ TEMPO

Prevedere tempi aggiuntivi di consegna delle verifiche scritte; di solito si considera circa il 30% di tempo in più. Uno studente con DSA impiega più tempo dei compagni a leggere le consegne, a recuperare dalla memoria le informazioni necessarie, a scriverle in forma accettabile.

🚨 N.B. Questa strategia può essere problematica per molti studenti con DSA che si stancano facilmente.

Se un ragazzo è stanco, il tempo in più non lo aiuta. Se poi presenta anche un disturbo dell’attenzione (non necessariamente di rilevanza clinica), il tempo aggiuntivo è del tutto inutile, se non controproducente. In questi casi è preferibile ricorrere alla misura successiva.

“Complicare è facile, semplificare è difficile. Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose. Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare.”

Bruno Munari

Questi e altri metodi sono determinati per la buona riuscita di un percorso scolastico di uno studente con Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

Come riconoscere i soggetti con DSA?

Essere in grado di riconoscere un soggetto con DSA non è mai facile, spesso non si sa come comportarsi, come metterlo a proprio agio. Dall’altra parte lo studente è quasi sempre impaurito dalla sua problematica, si sente diverso, non capito e apprezzato ma soprattutto mai all’altezza.

Lo studente, la famiglia, il contesto, non vengono presi in considerazione perché ritenuti fuorvianti rispetto al vero problema: le difficoltà di lettura. Spesso i genitori sono alla ricerca della cura, del trattamento ideale, specifico, che funzioni per il disturbo del figlio.

Per un trattamento che possa definirsi efficace si dovrebbe tener conto di tre pilastri su quale dovrebbe fondersi l’intervento riabilitativo: il benessere psicologico, la motivazione e la forza nel convivere e nell’affrontare la propria peculiarità; i progressi nell’apprendimento, il miglioramento della propria reale condizione di capacità di lettura.

Essere all’altezza di queste problematiche non è semplice, soprattutto se non ci sono alle spalle anni di studi. Queste brevi ma efficaci peculiarità sono certa ti saranno utili per riuscire a gestire meglio uno studente DSA.

Per restare aggiornato su questo tema, ti consiglio di conoscere e approfondire la Legge 170/2010 e di seguire l’AID, cioè l’Associazione Italiana Dislessia. Sul loro sito troverai consigli e suggerimenti che ti saranno di grande aiuto.

Tutti i ragazzi con problemi di DSA possono fare grandi cose, hanno solo bisogno di maggiore comprensione e aiuto individuale.

Approfondimenti

https://genitoriedsa.wordpress.com/2019/03/25/verifiche-e-interrogazioni-quali- diritti-per-chi-ha-un-dsa/
https://www.dsaok.it
https://www.aiditalia.org/it/la-dislessia https://www.orizzontescuola.it/due-fratelli-con-dsa-e-bes-creano-sito-di-mappe- concettuali-per-studenti-e-docenti/

Letizia Galli,
I anno del biennio specialistico di Grafica e Comunicazione (A.A. 2020/21)


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