Vivere d’arte: le parole di Francesca Pasquali

Pubblicato da Hdemia SantaGiulia il

Francesca Pasquali nel suo studio

Francesca Pasquali (Bologna, 1980) ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Bologna.

Al centro della sua ricerca c’è la trasformazione di materiali plastici e industriali e le relazioni tra naturale e artificiale, organico e inorganico, immersione e interazione.
La metamorfosi è uno degli elementi peculiari della sua ricerca, dà vita ad opere di grande visionarietà, mutevoli, policrome e sensualmente attraenti per lo spettatore.

In questo particolare momento storico, il 29 aprile durante la lezione di Ultime tendenze nelle arti visive, Francesca Pasquali ha incontrato online i ragazzi del terzo anno di Pittura e Scultura e dei bienni specialistici di Arti Visive Contemporanee e Scultura Pubblica Monumentale, per raccontare loro la sua esperienza lavorativa e artistica. È scappato anche qualche consiglio ai nostri giovani Artisti!


RIPORTIAMO DI SEGUITO ALCUNI PASSAGGI DELL’INTERVISTA
L'artista Francesca Pasquali
Francesca Pasquali – www.francescapasquali.com

LEGAMI

Ester Faustini – Corso di Pittura, 3° anno

  • C’è un’opera alla quale si sente particolarmente legata? 

Francesca: “Sì, mi piacerebbe parlare dell’opera Frappa del 2015, realizzata per una mostra presenta a EXPO 2015 di Milano, perché un po’ esula da tutta la mia ricerca per il materiale con cui è stata prodotta: il pane.
Si rifà alla mia ricerca dal punto di vista formale.

FRAPPA. Al plur., frappe, nome region. (soprattutto nell’Italia centr.) di un tipo di dolci tradizionali, caratteristici del Carnevale, ritagliati da una sfoglia a forma di nastri o rettangoli o rombi dentellati, fritti e cosparsi di zucchero (altrove detti cencicrostoli, ecc.).
Da Vocabolario Treccani

In questo caso ho tentato di realizzarla non con il neoprene ma con degli ingredienti culinari (farina, acqua, sale e strutto). Ho cercato di riprodurre la tridimensionalità con questo impasto di farina. 
Da sola era impossibile da realizzare, così ho collaborato con un Istituto alberghiero vicino casa e sono stata aiutata da uno Chef che mi ha messo a disposizione le sue conoscenze.

È un’opera un po’ diversa da quelle che ho sempre realizzato.
La amo molto”.

Opera "Frappa" dell'artista Francesca Pasquali
Francesca Pasquali, Frappa – www.francescapasquali.com
  • Quanto impiega mediamente per realizzare un’opera, in particolare per l’opera “Baloons”?

Francesca: “È un tipo di lavoro che io chiamo installazione. L’ho pensata per uno spazio ben specifico: la camera di una bambina. Ho voluto scegliere questo tipo di materiale perché è fortemente riconducibile all’età infantile, al gioco, al colore. Era fondamentale creare una parete che questa bambina potesse toccare e nella quale potesse immergersi.

È un’installazione di 3x2m, composta da palloncini intrecciati l’uno con l’altro all’interno di una rete. Ho impiegato 2 mesi e mezzo di lavoro, tutti i giorni. Nello spazio del mio studio viene inserita la parte installata che comporta 1 o 2 giornate di lavoro”.

Opera "Balloons" dell'artista Francesca Pasquali
Francesca Pasquali, Balloons – www.francescapasquali.com

COINVOLGIMENTO

Cecilia Zenari – Corso di Pittura, 3° anno

  • Guardando il suo sito ho notato che in alcune fotografie delle sue mostre sono presenti anche dei bambini. Era prevista nella progettazione delle opere la possibilità di un approccio anche da parte di questo tipo di pubblico alla sua arte? 

Francesca: “Assolutamente sì, non solo ai bambini, ma all’approccio di quello che è il fruitore, che può avere tutte le età.

Mi pongo sempre il problema di chi si trova davanti alle mie opere, soprattutto se sono degli ambienti.

Cit. Francesca Pasquali

Cerco sempre di invitare al coinvolgimento, esso non è fatto solo dall’aspetto visivo, ma da tutto il corpo. 

I bambini hanno la dimensione di spensieratezza e immediatezza che l’adulto crescendo un po’ perde, quindi è immediata la reazione. L’adulto è più titubante, chiede se può toccare.
Cerco con la materia di stimolare tutti i sensi che spesso ci dimentichiamo”.

Lorenza Romeo – Corso di Pittura, 3° anno

  • Le sue installazioni coinvolgono in modo diretto il fruitore, che messaggio intende far passare tramite l’interazione con le sue opere? 

Francesca: “È una modalità per avvicinare chi non fa parte del campo artistico, chi non ha fatto studi in merito e chi spesso dice di non capire l’Arte Contemporanea.
Il coinvolgimento è un modo per attirarti e farti conoscere qualcosa da vicino, solo una volta che hai fatto l’esperienza puoi capire se una cosa la puoi conoscere o meno.

Lo faccio usando a volte materiali industriali che non siamo abituati a vedere, ma può essere anche il contrario, come ad esempio l’utilizzo di oggetti d’uso banali come i palloncini. 

Faccio riflettere su cosa, un oggetto banale, possa diventare con l’uso della fantasia”.

Cit. Francesca Pasquali

MATERIALI

Sulbie Osmani – Corso di Pittura, 3° anno

  • Cosa l’ha portata a realizzare opere di questo tipo?
    Come sceglie i materiali da usare? 

Francesca: “Prevalentemente sono oggetti d’uso del quotidiano. Il mondo delle plastiche è infinito ed è molto stimolante perché ogni giorno nasce una materia nuova che io posso andare ad utilizzare. L’aspetto di usare oggetti di quotidiano, sta nel creare una sorta di stupore nell’osservatore.
Realizzando opere con oggetti che crediamo insignificanti si possono costruire delle strutture architettoniche, che a mio avviso, sono molto stimolanti sia per chi le costruisce che per chi ha voglia di fruirne. 

È un modo per coinvolgersi, sia all’interno dell’opera, che della materia stessa la quale ha un suono, un odore e una sensazione che mi piace trasmettere.

Dall’altra parte utilizzo materie più specifiche, possono essere oggetti più industriali con la differenza che hanno molta più durevolezza nel tempo, hanno qualità e aspetti tecnici molto specifici che non siamo abituati a vedere, e li vado a rielaborare. 

Do una sorta di femminilità, un aspetto di texture molto morbida e accattivante che in realtà non avrebbero”.

Margherita Bobbo – Corso di Pittura, 3° anno

  • Quale materiale che non ha ancora usato le piacerebbe plasmare per un suo lavoro? 

Francesca: “Mi piacerebbe utilizzare dei trucioli metallici. Ho già realizzato delle opere con dei trucioli plastici di PVC e teflon, hanno la peculiarità di essere facilmente lavorabili, mentre invece lo stesso lavoro realizzato con trucioli di metallo sarebbe decisamente più impegnativo. La difficoltà sarebbe lavorare una materia così rigida, seppur dandole un aspetto quasi morbido e invitante”.

Opera "New Baroque" dell'artista Francesca Pasquali
Francesca Pasquali, New Baroque – www.francescapasquali.com
  • Come protegge i suoi lavori in termini di fragilità o deperibilità di alcuni di essi?

Francesca: “Questo è un grande problema. La grande differenza è anche questa: le materie industriali avendo peculiarità tecniche specifiche hanno una grande durevolezza nel tempo, sono materie abituate ad avere forti sollecitazioni, al massimo possono indurire ma non cambiano con il tempo. 

Il problema è quello degli oggetti d’uso, come ad esempio i palloncini e le cannucce.
Nel tempo hanno reperibilità e la risolvo restaurando le opere.
Al momento non ho altre soluzioni, se uso questi materiali è perché voglio che le persone siano immerse e se dovessi mettere un vetro o un plexiglas questo aspetto interattivo viene meno, quindi non lo prevedo. 

È anche bello ristrutturare, perché in questo modo un’opera vive per sempre”.

Anna Cancarini – Corso di Pittura, 3° anno

  • Cerca di utilizzare dove è possibile materiali di riuso? E’ importante per lei utilizzarli o preferisce usarne di nuovi? 

Francesca: “È importante riutilizzarli, il problema è la reperibilità.
È molto difficile trovare delle connessioni, dei contatti con le aziende che producono questi materiali.

C’è un problema di riciclo che seguono questi rifiuti, che devono essere smaltiti. Spesso la mia difficoltà è questa: trovare un imprenditore che abbia una forte sensibilità sul tema e che capisca il valore dello scarto e del rifiuto.

Per me è molto importante perché pone l’attenzione su un tema focale di questi tempi, quello della plastica”.

Opera "Straws Wall" dell'artista Francesca Pasquali
Francesca Pasquali, Straws Wall – www.francescapasquali.com

Stefano Riboli – Corso di Pittura, 3° anno

  • Come si è approcciata le prime volte al problema del procurarsi i materiali?

Francesca: “Sono sempre stata una persona curiosa e accumulatrice di oggetti. Nella parete del mio laboratorio ho dei sacchi contenenti materiali che ho reperito nei bidoni o nei container. Questi luoghi così insoliti sono molto produttivi dal punto di vista materico, perché sono materiali di scarto. Dall’altra parte ci sono le industrie, magazzini specifici di questi materiali, quindi la ricerca non si ferma mai.

Ho iniziato 15 anni fa, la ricerca va sempre affinata verso materie che durino e che non deperiscano. Essendo opere fruibili devi dare una sicurezza di durevolezza, devono riuscire a sostenere il peso e il contatto con le persone. 

Dalla discarica, all’azienda, a un banalissimo giro tra le corsie del supermercato, questi per me sono tutti luoghi dove traggo ispirazione”.

MERCATO DELL’ARTE

Anna Cancarini – Corso di Pittura, 3° anno

  • La professoressa ci aveva accennato ad un problema di falsificazione di alcune sue opere, come ha reagito quando lo ha scoperto? Ha preso dei provvedimenti in merito? E’ preoccupata? 

Francesca: “In realtà dicono che quando iniziano a copiarti inizi ad avere successo, quindi mi sono fatta una risata. So che alcuni materiali per la loro facilità nella reperibilità sono facilmente riproducibili. In quel caso abbiamo amplificato la notizia.

Erano state realizzate da insegnanti con un gruppo di bambini, quindi la cosa è stata ancora più bella”.

  • Come sviluppi i progetti rispetto al rapporto che hai con le aziende, come entri in contatto con le con esse e come sviluppi l’idea? 

Francesca: “È un aspetto molto interessante, abito a Bologna e mi piace valorizzare le entità produttive che ci sono nella mia regione, sono convinta che fare rete sia il modo per essere più vincente possibile. Credo che creare una rete sia importante per non dare solo una lettura commerciale del prodotto, ma un aspetto più etico del lavoro.

Opera "GlassWall" dell'artista Francesca Pasquali
Francesca Pasquali, Glasswall – www.francescapasquali.com

Questo lavoro si chiama Glasswall, è una parete costruita con 150 mila bicchieri di plastica, con misure diverse che sono stati forati fino a creare questa sorta di collana di perla. Il contatto è avvenuto perché questa “ILIP”, azienda leader nella produzione di oggetti monouso, ha accettato la sfida. 

Mi ha messo a disposizione questi bicchieri che venivano gettati perché avevano dei piccoli falli. Tutti questi bicchieri creano una sorta di parete in cui sono stati proiettati suoni e colori per enfatizzare l’aspetto che la materia plastica tridimensionale ha.
Non è una materia morta, ma può vivere attraverso la nostra interazione. 

È stato un lavoro che ha richiesto un contributo di assistenti, il progetto ha richiesto 3 mesi di lavoro in studio e una settimana di installazione. 

Finché non vado ad installare l’opera nello spazio non so come sarà realizzata, quali dimensioni avrà e che forma. Quello che mi piace è adattarla allo spazio, far si che la materia cresca all’interno di esso, quasi che sembri naturale, nata e cresciuta lì. Contenuto e contenitore devono sempre essere in dialogo“.

  • Come questo tuo lavoro dialoga con il lavoro che fai per la galleria?

Francesca: “Fortunatamente collaboro con una galleria molto importante, Tornabuoni Arte, che tratta principalmente di arte moderna. Da un lato è molto positivo perché mi capita di essere in mostra con nomi importanti quali: Fontana e Burri.

Dall’altra parte però tutto quell’aspetto installativo e di sperimentazione della materia viene meno, la galleria ha una necessità commerciale, ha bisogno di vendere le opere d’arte quindi devono esse trasportabili, racchiuse all’interno di una cornice, ben presentate. So di dover pensare ad un’opera che deve essere venduta”.

Opera "Frappa" dell'artista Francesca Pasquali
www.francescapasquali.com

Giovanni Rossi – Biennio Arti Visive

  • Quanto il suo studio la rispetta sia dal punto di vista dell’architettura del pensiero? La scelta dello studio è stata influenzata dal suo approccio creativo?

Francesca: “Sicuramente l’ho pensato e realizzato ad immagine e somiglianza mia. L’ho sognato talmente tanto finché non ho avuto la possibilità di realizzarlo come me lo immaginavo.

Non amo sovvertire e modificare il luogo, che è un vecchio fienile. Ho cercato di mantenere la struttura esterna con arcate tipiche. Non volevo fosse una struttura inserita casualmente in uno spazio, ma volevo che dialogasse.

Ogni angolo lo vado a riempire con oggetti che magari non utilizzerò mai nelle mie opere d’arte, ma che sono stati ispiranti e che mi hanno stimolato a ricercare materiali nuovi e forme nuove. 

C’è il rapporto con la natura, ci sono grandi vetrate che danno sulla campagna ed è un aspetto fondamentale di quello che è il mio lavoro, il quale si rifà all’elemento naturale“.

  • C’è stato un incontro particolare che è stato catartico nella sua vita?

Francesca: “Uno in particolare no, ce ne sono state diversi, con artisti storici molto importanti come Biasi, Plessi, Mazzuchelli, artisti dai quali ho sempre cercato di trarre il massimo della lezione. 

A differenza degli artisti contemporanei, trovo poca disponibilità fra i coetanei nel parlare, nel consigliarsi e nell’essere sinceri sul proprio lavoro. Invece da questi grandi artisti ho avuto la percezione che fossero sempre molto sinceri e anche molto pratici, mi davano consigli su come proseguire in una certa maniera.

Un altro incontro fondamentale è stato con Ilaria Bignotti, con la quale continuo a collaborare e spero che il nostro rapporto sia infinito”.

OGGI

Cecilia Galli – Biennio Arti Visive

  • Come sta vivendo questa situazione di quarantena? Cosa secondo lei cambierà dopo questa situazione nel mercato o nel sistema dell’arte?

Francesca: “Questa situazione ha sospeso degli eventi e delle mostre che avevo in programma. Non è stato un grosso problema, anzi un’opportunità. Sto finendo di realizzare un’installazione fatta di setole di PVC con le quali vengono prodotti gli alberi di natale, hanno una colorazione molto veritiera. Andrò a costruire una sorta di labirinto all’interno di questo spazio dispositivo. 

In realtà ho occupato questo tempo lavorando. Come sarà non lo so, non mi aspetto dei grossi cambiamenti rispetto a prima perché siamo attaccati alla consuetudine, a un aspetto più classico di quella che è l’opera.
Non mi aspetto che questo clima in Italia cambi: la speranza c’è, ma non credo che sarà così.

Opera "Labirinto" dell'artista Francesca Pasquali
Francesca Pasquali, Labirinto – www.francescapasquali.com
  • Che consiglio potresti dare ai ragazzi?

Francesca: “Di credere sempre in quello che si fa e di perseguire sempre quello che si sente dentro. Sono sempre stata costeggiata della mia scelta, che non è considerata nemmeno un lavoro, è stata un’informazione complicata da digerire, anche dalla mia famiglia. Semplicemente per paura di qualcosa che non si conosceva. Alla fine perseverando e credendo fortemente in quello che facevo sono riuscita a sovvertire le sorti.

Ad oggi vivevo della mia arte, e spero che non cambino le cose perché io sento l’urgenza di fare questo e non riesco a fare altro. Sicuramente all’inizio è complicato a livello economico, ma arriva un punto in cui devi scegliere cosa fare, per me ne è stata una conferma anche con la realizzazione del mio studio che ho appena ristrutturato”.

“Ho sempre insistito e perseverato in quello che credevo”.

Cit. Francesca Pasquali

Editing Natasa Radonic,
III anno di Web e Comunicazione d’impresa


0 commenti

Lascia un commento