Uroboro, faccia a faccia con la scultura
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Scelgo la scultura come indagine sull’archetipo, a partire da una riflessione sul rapporto tra centro e cerchio – mito dell’eterno ritorno, dell’infinito: Uroboro (*).
Il monumento è portatore di un archetipo, di una forma originaria, che si carica di senso nel tempo e nello spazio dell’uomo.
Francesco Allegri

(*) L’Ouroboros (detto anche Uroboro, Oroboro, Oroborus, Uroboros, Uroborus, Ourorboros) è un simbolo molto antico che rappresenta un serpente che nell’atto di mordersi la coda, formando così un cerchio e “ricreandosi” continuamente.
Si tratta di un simbolo – associato all’alchimia, all’ermetismo e allo gnosticismo – che rappresenta la teoria dell’eterno ritorno, la natura ciclica di tutte le cose. È associabile a tutto ciò che può essere rappresentato attraverso un ciclo che, dopo aver raggiunto la propria fine, ricomincia dall’inizio ancora una volta, all’infinito.
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