Visioni intrecciate

Pubblicato da Hdemia SantaGiulia il

Laboratori espressivi ispirati alle opere di Daniel Steegmann Mangrané

Noi studenti del corso di Pedagogia e Didattica dell’arte 2 abbiamo progettato e realizzato con i bambini della scuola dell’infanzia “Giovanni XXIII” (di Nave, Brescia) un “pacchetto” di laboratori espressivi ispirati alle opere di Daniel Steegmann Mangrané esposte nella mostra A Leaf-Shaped Animal Draws The Hand, allestita in Hangar Bicocca, a  Milano, da settembre 2019 a febbraio 2020.

Poiché i laboratori erano rivolti a bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni ogni proposta ha dovuto garantire semplicità di esecuzione, una certa rapidità, un risultato abbastanza “garantito” e infine (ma ovviamente non meno importante) la comprensione di “cosa si sta facendo”.

Per Steegmann Mangrané non esistono né opere né osservatori ma solo relazioni di mutua trasformazione.
Costruire relazioni di trasformazione con i bambini non è particolarmente difficile: la loro fantasia e la loro innata libertà d’azione porta facilmente a inventare relazioni originali con qualunque oggetto e quindi anche con qualunque elemento naturale.

Abbiamo scelto di operare principalmente con foglie e piccoli rametti secchi, due elementi facilmente reperibili nel giardino della scuola e immediatamente riferibili ai materiali utilizzati nella mostra allestita in Hangar Bicocca.

Con alcuni rametti secchi abbiamo cercato di unire il gesto del disegno al mondo naturale, sperimentando una possibile e semplicissima integrazione. A partire da un rametto, appoggiato sopra un cartoncino, i bambini ne hanno espanso la forma con linee dorate che prolungavano il ramo e creavano nuovi intrecci. Le forme dei rametti (elementi naturali) e le tracce disegnate (elementi umani) hanno così dato vita a “cespugli” con nuove, originali e irripetibili forme. 

Con un gruppo ristretto composto dai più grandi (5/6 anni) abbiamo invece realizzato una scultura intrecciando e componendo tra loro tanti rametti secchi. Anche in questo caso è nata una forma originale, realizzata seguendo i “suggerimenti” delle forme dei rametti opportunamente legati uno all’altro.  

Steegmann Mangranè sostiene che se rendiamo più labile la separazione fra gli esseri umani e gli elementi della natura è più facile diventare consapevoli di far parte tutti di una stessa trama.

Questo concetto, piuttosto difficile da trasformare in una attività espressiva con bambini, ci ha invece permesso di realizzare proprio con i più piccoli (di soli tre anni) un’attività semplicissima e quasi poetica. Si è trattato di scoprire come in ogni piccola mano fosse possibile ritrovare la forma di una foglia. Dopo aver proiettato l’ombra di una foglia sulle mani dei bambini, con un pennarello ne abbiamo tracciato il bordo, così che le piccole mani dei bambini si sono trasformate, con loro grande stupore, in mani-foglia. 

Le foglie possono essere viste anche come una sorta di modulo. Così le foglie vere di una magnolia, ancora verdi e sufficientemente grandi, si sono prestate ad un intreccio tra forme naturali e forme artificiali.

I bambini più grandi hanno decorato le foglie di magnolia con nastri dorati e lamine di carta stagnola dorata.

Ogni foglia è così diventata un modulo decorativo inserito nella sagoma di una grande foglia, diventata a sua volta la grande foglia decorata. Il simbolo visivo dell’intera giornata.
Ancora una volta si sono creati intrecci: tra piccolo e grande, tra naturale e artefatto, tra elementi unitari e un elemento frutto di un insieme. 

Per richiamare meglio l’attenzione nei confronti della natura è però necessario potenziare lo sguardo.

Abbiamo quindi recuperato la tecnica delle proiezioni dirette di Bruno Munari, utilizzando gli appositi telaietti e un vecchio proiettore per diapositive. Durante la proiezione, le forme ingrandite e viste “con altri occhi” hanno inevitabilmente suscitato stupore, sorpresa e meraviglia in tutti i bambini. Li hanno aiutati a conoscere un nuovo modo per apprezzare anche le più piccole e trascurate forme naturali.

Nel pomeriggio, alla fine delle attività laboratoriali, abbiamo proposto all’attenzione dei bambini la visione contemporanea di un rametto e della sua ombra, ponendo però il rametto sopra un disco lentamente rotante che consentisse all’ombra di modificarsi continuamente.
Il silenzio e l’attenzione con cui i bambini hanno seguito questo momento hanno creato un momento di poesia: vedere contemporaneamente il rametto con la sua ombra che si modificava e si ricreava continuamente è stato, per loro e per tutti i presenti, un altro modo per intrecciare poeticamente due visioni dello stesso oggetto.

Era però impossibile ignorare gli insetti-stecco che nella mostra Steegman Mangranè avevano un ruolo importante.

Ma come ogni argomento particolarmente curioso e “spiazzante” sul piano cognitivo (parliamo di insetti o di rametti? sono vivi o morti? si muovono o stanno fermi? Sono come i ragni o sono diversi?) gli insetti-stecco hanno creato un po’ di confusione, tanto che i bambini hanno fatto molta fatica a “immaginarli” e a disegnarli. 

Ecco allora la nostra ultima proposta: un racconto in parte sceneggiato che, come sempre, ha chiuso le attività laboratoriali proposte dal corso di Pedagogia e didattica dell’arte. Il racconto ha sottolineato in una forma semplice ed evocativa, comprensibile anche dai bambini, come noi e la natura facciamo parte di una stessa trama e siamo parte  di un unico intreccio. 

Gli studenti del II anno di Didattica dell’Arte per i musei
del corso di Pedagogia e didattica dell’arte 2
#teamdidattica


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