Erasmus+: la testimonianza dei docenti Silvia Naddeo e Fabrizio Saiu
Due esperienze, due Paesi, un unico obiettivo: crescere attraverso l’internazionalizzazione grazie a Erasmus+
Il programma Erasmus+ è un’opportunità per tutti: per gli studenti, ma anche per i docenti, che possono scoprire nuove modalità di apprendimento, confrontarsi con altre realtà educative e arricchire il proprio bagaglio professionale. Abbiamo intervistato Silvia Naddeo, docente di Tecniche del mosaico e della vetrata nel corso di Decorazione dell’Accademia SantaGiulia, che il 4 e 5 novembre è stata ospite della Escuela de Arte La Palma in Spagna, e Fabrizio Saiu, docente di Progettazione spazi sonori, Tecniche performative per le arti visive e Laboratorio di espressione corporea, sempre presso SantaGiulia, che il 5 e 6 novembre ha vissuto la sua esperienza Erasmus+ in Belgio, presso l’École Supérieure des Arts Saint-Luc.
L’esperienza di Silvia Naddeo
Silvia Naddeo ha trascorso due giorni a Madrid. La sua mobilità aveva l’obiettivo di comprendere il funzionamento della scuola per studiare come concretizzare possibili collaborazioni future e approfondire il modello educativo spagnolo, caratterizzato da un approccio pragmatico e orientato alla realizzazione pratica di prodotti artigianali e artistici.
“La Escuela de Arte è una scuola ricca di strumenti, soprattutto per le materie legate al mondo tecnico. I laboratori, come quello di falegnameria e sartoria, sono molto grandi e i docenti sono professionisti che permettono agli studenti di formarsi in modo concreto e contemporaneo. La Escuela de Arte ha un approccio didattico differente rispetto alle accademie italiane: i corsi durano due anni, con la possibilità di aggiungere un terzo anno di specializzazione, e sono molto legati al mondo del lavoro artigianale”.
Silvia Naddeo ha avuto modo di interagire con studenti e docenti locali, conoscendo anche uno studente che arriverà all’Accademia SantaGiulia nel prossimo semestre per studiare Scenografia. Nonostante il workshop che aveva progettato non si sia potuto realizzare, la visita le ha permesso di portare a casa nuove idee e spunti per future collaborazioni: “Una delle cose che più mi ha sorpreso è lo spazio espositivo dedicato agli studenti, situato fuori dalla Escuela, dove i giovani possono mostrare le loro opere al pubblico. È un’esperienza che arricchisce tutti: studenti, docenti e comunità accademica e locale”.
Silvia Naddeo aveva già vissuto l’esperienza dell’Erasmus+ da studentessa e, ora che lo ha vissuto anche da docente, non può che confermare l’unicità di questa esperienza: “Viaggiare è fondamentale per portare messaggi nuovi ai nostri studenti e creare sinergie con altre scuole. Non vedo l’ora di realizzare un progetto con i docenti che ho conosciuto a Madrid, città che ha tanto da offrire”.
Fabrizio Saiu in Belgio
Dopo la Spagna, l’Accademia SantaGiulia approda in Belgio con Fabrizio Saiu, selezionato, a seguito di una call, per partecipare come relatore al Blended Intensive Programme (BIP 2024), un convegno internazionale dedicato a docenti universitari, ricercatori, artisti, studenti, direttori scolastici e dirigenti accademici.
Organizzato dall’École Supérieure des Arts Saint-Luc, il BIP 2024 ha affrontato il tema del rapporto tra interventi artistici nello spazio pubblico e nuove tecnologie. In questo programma intensivo, Fabrizio Saiu ha presentato la lecture Intermission: An Environmental Intervention to Remap Public Spaces, offrendo un interessante contributo alla riflessione sul ruolo dell’arte nei contesti urbani.
“Il mio intervento ha approfondito la relazione tra suono, performance partecipativa e spazio pubblico, promuovendo metodologie didattiche transdisciplinari. Ero l’unico italiano, ed ero l’unico a presentare ricerche dedicate al suono. Un intervento che doveva durare 20 minuti è durato il doppio, perché si è creato un momento di confronto: il convegno è diventato una tavola rotonda in cui studenti, ricercatori e artisti discutevano insieme dei temi proposti”.
Durante la mobilità, Fabrizio Saiu ha partecipato a diversi workshop, scambiato idee con docenti e studenti di diversa provenienza culturale: “Ho avuto modo di sperimentare nuove pratiche di apprendimento, arricchire le mie competenze settoriali e rafforzare la cooperazione tra istituzioni. Erasmus+ permette di creare connessioni autentiche tra istituzioni di tutto il mondo”.
Un momento curioso?
“Durante il soggiorno io e gli altri partecipanti cenavamo spesso insieme, parlando tutti in inglese. A un certo punto abbiamo scoperto che il portoghese era una lingua comune per molti di noi, (compreso per un’artista islandese!) e la cena è diventata improvvisamente una conversazione in portoghese!”
“Essere a contatto con colleghi di altri Paesi ti fa sentire europeo. Mi ha fatto capire che i nostri Paesi sono molto più vicini di quanto crediamo e che, noi che lavoriamo nell’ambito formativo, stiamo costruendo una cultura europea. Esperienze come l’Erasmus+ sono fondamentali per la ricerca e per la crescita accademica. Non vedo l’ora di ripartire”.
Le esperienze dei docenti Silvia Naddeo e Fabrizio Saiu dimostrano come la mobilità internazionale sia un’occasione unica per arricchire il proprio percorso professionale e personale. Non si tratta solo di viaggiare, ma di entrare in contatto con nuove idee, metodologie e culture che contribuiscono a migliorare la qualità dell’insegnamento e a creare una comunità accademica più inclusiva e innovativa.
L’Accademia di Belle Arti SantaGiulia crede fermamente nel valore di queste esperienze e continuerà a incentivare la partecipazione dei suoi docenti e studenti ai programmi Erasmus+, consolidando legami con altre realtà europee e favorendo una crescita condivisa che guarda al futuro.
Ufficio Comunicazione, Accademia SantaGiulia
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