Tutti insieme, a casa, nel mondo

Pubblicato da Hdemia SantaGiulia il

Introduzione

Il 20 marzo 2020, durante la lezione a distanza di Fenomenologia dell’immagine, riflettendo insieme ai miei studenti circa il valore della progettazione della cultura visuale in un periodo di “umanesimo tecnologico forzato”, risultava chiaro che il processo di relazione in quel periodo avveniva attraverso una tipologia di spazio virtuale che era reale.
Le dimensioni relazionali On line Off line sono ora inseparabili nell’“icona casa” e tale icona supera, sostituisce – talvolta annulla – molti emblemi o marchi che da decenni brandizzano una parte delle dinamiche sociali e antropologiche.
Ecco l’opportunità offerta dall’immagine nell’ambito della progettazione e della creazione artistica: la semplificazione come negazione della riduzione.

Visuals – via Unsplash

Allo stesso modo storicizzare e ‘mettere a posto’ appare oggi urgente e cardinale rispetto alla conservazione di una creatività individualmente concettuale. In questo senso le arti, le immagini e gli sguardi che le arti stesse determinano, diventano un modo per esserci nel mondo.
A tal proposito lascio che Emiliano Fanti racconti la sua esperienza di studente in mobilità Erasmus+ for study.

Massimo Tantardini
Docente dell’Accademia di Belle Arti SantaGiulia

Un semestre di mobilità Erasmus raccontata da Emiliano Fanti

Dhaya Eddine Bentaleb – via Unsplash

One world: together at home

One world: together at home è il nome dell’esposizione online che vede protagonisti gli studenti Erasmus+ dell’Accademia di Belle Arti Eugeniusz Geppert a Breslavia, Polonia, uno dei numerosi Partners dell’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia dove sono iscritto al triennio del corso di Grafica.

Questo racconto comincia l’11 marzo 2020 quando, in Polonia, le università e le accademie chiudono, costringendo e invitando gli studenti in mobilità di studio presso le loro sedi, a restarsene a casa, o addirittura a rientrare nei propri paesi di provenienza. Tale decisione si tronca quasi immediatamente, sul nascere, infatti l’emergenza si trasforma in pandemia, coinvolgendo tutti i Paesi europei e buona parte del mondo. L’Italia nel frattempo aveva già adottato le prime misure di sicurezza.

Marc Claus – via Unsplash

Dopo un paio di settimane di scompiglio e riassestamento, noi studenti alla Geppert Academy riprendiamo a lavorare ai nostri progetti, adottando – come in Italia – metodi alternativi per l’istruzione.

I workshop si trasformano in feedback via mail, le lezioni in meeting su Zoom; una modalità lavorativa nuova, non sempre del tutto efficace, ma che in breve tempo si trasforma nella nuova quotidianità.

La locandina della mostra virtuale

Alla Geppert Academy è presente un grande Ufficio per l’internazionalizzazione ed è un’abitudine, al termine di ogni semestre, chiedere agli studenti stranieri di organizzare e allestire mostre dedicate ai loro corsi di studi, per attivare esposizioni temporanee che si declinano in un momento di confronto, condivisione e riflessione.
Così è stato anche per questo semestre, seguendo però questa ‘nuova’ linea digitale che ha caratterizzato e ancora sta caratterizzando il nostro Anno Accademico.

La mostra: un nuovo spazio digitale

Kungstmatrix è il nome di una piattaforma online in grado di ospitare e presentare opere d’arte in una forma intuitiva ed immersiva, uno spazio 3D dove il visitatore può muoversi e interagire con le opere, che siano immagini statiche oppure video.

Opera di Polina Shumkova

Quest’anno l’esposizione degli studenti Erasmus+ ha contato 23 artisti provenienti da tutto il mondo e legati a diversi dipartimenti artistici. Non ho esitato a offrirmi come curatore della mostra e questo mi ha permesso di progettare l’allestimento in un formato innovativo, dando spazio ad una esposizione dal tono vario e deciso.

Opera di Szilvia Hanczig

La mostra non ha un tema specifico, ma si lega al contesto che ha determinato le condizioni di vita degli studenti-artisti, i quali hanno tutti riflettuto concretamente attorno ai concetti di chiusura ed isolamento con l’obiettivo di renderli visibili e vivibili attraverso le loro opere.

L’esposizione conta al suo interno 48 progetti molto differenti, in grado di mostrare anche come l’arte venga vista in paesi differenti, è una sorta di “variopinto arazzo di culture e storie“.

Opera di Julia Zabolotnikova

One world: together at home è online dall’8 giugno 2020 e rimarrà attiva sino alla fine del mese, non perdetevi l’occasione di immergevi nella visione internazionale dell’arte, creata con orgoglio e passione da 23 giovani menti.

Emiliano Fanti
Studente del II anno del triennio di Grafica
Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia


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