La luce che fa la differenza
Dal corso di Illuminotecnica in Accademia all’esperienza con Studio Switch
La progettazione luminosa è un processo di ascolto, osservazione e composizione, strettamente legato allo spazio architettonico e all’uso specifico dell’ambiente. La luce è un elemento cruciale non solo per la valorizzazione di un luogo, ma anche per il benessere psicofisico delle persone che lo vivono.
Tra le materie chiave del piano di studio di Decorazione – Interior Design all’Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia è presente il corso di illuminotecnica, guidato dal progettista Luca Gervasoni che, combinando teoria e pratica, insegna i principi fisici della luce e le normative vigenti. Questo approccio permette agli studenti di sviluppare una capacità critica e analitica essenziale per creare progetti di illuminazione efficaci e innovativi.
“Per quanto sia importante studiare e aggiornarsi, è altrettanto fondamentale applicare ciò che si apprende nella teoria. L’esperienza pratica è la chiave per un vero apprendimento”, afferma Luca Gervasoni, progettista illuminotecnico e Project Manager ITL presso Intra Lighting D.O.O..
Con una carriera che comprende progetti indipendenti e collaborazioni con studi nazionali e internazionali, Gervasoni sottolinea l’importanza di vivere lo spazio, fare prove, sbagliare e confrontarsi. “Durante il corso di Illuminotecnica, organizzo incontri tra studenti e professionisti proprio per permettere a loro di capire, attraverso le testimonianze, cosa significa lavorare con la luce.”
L’incontro con Studio Switch
Quest’anno l’incontro è stato organizzato con Paolo De Bellis e Stefano Bragonzi di Studio Switch, che hanno raccontato agli studenti la loro esperienza e che abbiamo chiesto di condividere anche con noi.
Studio Switch è una realtà giovane e creativa con sede a Bergamo. “Dal 2019 esplora e valorizza il potenziale della luce in contesti architettonici e artistici”, raccontano Paolo De Bellis e Stefano Bragonzi, co-fondatori dell’azienda: “Dopo anni di esperienza in una grande azienda di illuminotecnica, abbiamo fondato il nostro studio per progettare la luce in ambienti diversi: dal retail alle residenze, dai luoghi di culto agli uffici, dagli spazi museali agli ospedali e all’illuminazione pubblica. Scultori della luce, lighting designers o consulenti illuminotecnici comunque veniamo definiti, il nostro credo è che la luce possa fare la differenza regolando i corpi, alimentando le emozioni ed ispirando gli animi”.
Questa primavera avete incontrato gli studenti del terzo anno del corso di Decorazione Interior – Design del corso di Illuminotecnica. Come è stato l’incontro con gli studenti?
“Quando il professor Gervasoni ci ha invitati a incontrare i suoi studenti, abbiamo risposto con entusiasmo. Amiamo il nostro lavoro e crediamo che sia importante condividere la nostra esperienza e filosofia con chi si avvicina a questa materia. L’incontro, tenutosi a Treviglio, ha offerto agli studenti l’opportunità di vedere in pratica come la luce possa trasformare e valorizzare monumenti storici”.
La visita didattica a Treviglio
Quali esempi concreti di come la luce trasforma uno spazio storico avete loro mostrato?
“Come studio, abbiamo curato l’illuminazione del Santuario della Madonna delle Lacrime, della Basilica di San Martino e Santa Maria Assunta e del Polittico di San Martino di Bernardino Butinone. Questi progetti sono degli ottimi case history che ci hanno permesso di dimostrare come la luce possa creare atmosfere suggestive rispettando le caratteristiche e i limiti dei luoghi storici. All’incontro ha partecipato il parroco Monsignor Norberto Donghi e l’architetto che ha curato il restauro di questi luoghi. Il confronto con le persone che vivono lo spazio è stato fondamentale sia per capire quale valore intrinseco dare alla luce, sia per conoscere meglio i luoghi e capirne le necessità, superando i limiti architettonici presenti“.
Quali dettagli tecnici avete presentato riguardo i vostri progetti?
“Al Santuario della Madonna delle Lacrime abbiamo approfondito i valori di illuminamento, ovvero come calcolare il valore della luce per gerarchie, il dimensionamento dei corpi illuminanti e la quantità di luce necessaria. Abbiamo mostrato agli studenti la scelta del posizionamento dei proiettori sul cornicione e dimostrato come abbiamo raggiunto l’obiettivo di dare più uniformità possibile ed evidenziare i colori degli affreschi, appena restaurati.
Nella Basilica di San Martino abbiamo mostrato agli studenti cosa significa lavorare con dei limiti strutturali: essendoci dei cornicioni lignei, si è resa necessaria la creazione di supporti scorrevoli. È stata una bella sfida e la resa finale ci ha dato grande soddisfazione.
Abbiamo tratto anche grande soddisfazione rispetto al polittico di San Martino: una vera e propria sfida tra professionisti. La sua realizzazione, caratterizzata da ostacoli dovuti a limitazioni strutturali, è stata il risultato di equilibri e compromessi con il budget, i limiti tecnici del luogo e le richieste del committente“.
La professione del lighting designer
Il lighting designer oggi è una figura richiesta?
“In Italia, la nostra figura professionale è ancora considerata ‘anomala’, ma c’è un grande mercato in espansione che richiede competenze specifiche. Lavoriamo a livello nazionale per far riconoscere la figura del lighting designer, importante per valorizzare monumenti come chiese, piazze ed edifici con la giusta competenza. Purtroppo nel nostro paese ci sono ancora molti luoghi di grande importanza culturale con un’illuminazione che non gli rende giustizia. Speriamo che con il tempo ci sia sempre più sensibilizzazione nei confronti della luce e delle sue potenzialità.“
L’incontro con Paolo De Bellis e Stefano Bragonzi è stato molto più di una semplice lezione: è stato un momento di crescita professionale e personale per gli studenti: “Se dovessi dare un consiglio ai futuri lighting designer, direi di non avere paura di fare gavetta,” conclude Paolo De Bellis. “Quando scopri che la luce ti appassiona e ti piace approfondire e aggiornarti, non esitare a buttarti. Ho iniziato a comprendere davvero questo settore quando mi hanno messo in mano diverse lampadine e mi hanno spiegato le differenze. Invito i ragazzi a non farsi intimidire dal futuro e a gettare il cuore oltre l’ostacolo, perché ne varrà sicuramente la pena.“
Ufficio Comunicazione, Accademia SantaGiulia
Per maggiori informazioni, contatta l’Ufficio Orientamento.
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