La fotografia analogica in un mondo digitale
All’inizio degli anni 2000, quando le vendite di pc sono aumentate esponenzialmente, ha iniziato a farsi strada l’idea di un mondo perfetto senza carta; quando nel 2014, i download di musica hanno superato le vendite di dischi, così come questi avevano surclassato la vendita di vinili, era chiaro a tutti che l’epoca dell’analogico era terminata.
D’ora in poi solo digitale! O forse no?
La riscoperta della fotografia analogica
Willem Verbeeck, è un ragazzo statunitense che con il suo canale YouTube raccoglie quasi 300mila iscritti parlando solo ed esclusivamente di fotografia analogica.
Ha creato una community, ma com’è stato possibile?
L’esigenza di base di chiunque approcci questo mondo è quella di un’esperienza tattile.
In un mondo interconnesso, dove aziende come Kodak non avrebbero avuto spazio senza reinventarsi, questa esigenza ha riportato alla luce l’utilizzo della pellicola. Per di più ha anche contribuito a rendere introvabili alcune pellicole tra le più diffuse come la Kodak Color Plus.
Su Instagram l’hashtag #FilmIsNotDead conta addirittura più di 22milioni di post.
Mi viene da chiedere, perché in un mondo in cui è così facile, veloce ed economico farsi foto perfette con il proprio smartphone una generazione più giovane sta adottando un processo più lento?
Tornando a Willem – 22 anni, nella bio di Instagram ha solo scritto LA based photographer – è riuscito a portare la community del suo canale YouTube anche sul suo profilo Instagram.
Quasi tutti i suoi iscritti hanno un’età compresa tra i 18 e i 35 anni. La maggior parte dei suoi video consiste nel fare esperienza, provare pellicole in sessioni di photo walk, in cui appunto Willem gira per le città e scatta di continuo.
Ma molti ragazzi appartenenti alla Generazione Z non hanno mai sperimentato la fotografia analogica: non conoscendo la sensazione di inserire un rullino, scattare, riavvolgere e sviluppare, hanno conosciuto questo mondo dalle vetrine dei social e l’hanno diffuso a loro volta.
Uno dei problemi della fotografia analogica è il prezzo: è molto costoso comprare i rullini, svilupparli e comprare le macchine fotografiche, ma alla fine questo contribuisce a creare una comunità nuova di ragazzi, romantici, “nostalgici”, che di fatto non conoscono quel tipo di nostalgia ma rimangono soddisfatti dal dedicare il proprio tempo a questa passione.
Fino a 5/6 anni fa non c’era un canale sulla fotografia analogica, io stessa non mi sono mai neanche posta il problema di cercarne uno. Successivamente in diversi appassionati hanno iniziato ad avviare canali in cui giravano e fotografavano, recensivano pellicole scadute o mostravano a chi non era mai entrato in una dark room cosa volesse dire attendere che la pellicola si sviluppasse.
Nick Carver, un altro youtuber, a differenza di Verbeeck, scatta con una camera oscura. Anch’egli, comunque, sostiene che i giovani si stiano rendendo conto di quanto il mondo sia sempre meno tangibile, e siano quindi portati a percorrerlo “all’indietro”.
La fotografia analogica di tendenza
L’esplosione sui social della fotografia analogica è avvenuta nel nel Febbraio 2017.
La modella e influencer Kendall Jenner, in un’intervista al Tonight Show ha mostrato la macchina con cui scattava alle feste con i suoi amici più stretti: in meno di una settimana la macchina aveva quadruplicato il prezzo.
Oggi ci sono milioni di macchine fotografiche analogiche, reflex o point-and-shoot. I loro obiettivi impiegano decenni per essere prodotti. Molto importante è, ad ogni modo, capire che l’industria della pellicola è ancora viva solo perché il suo cuore pulsante è ancora vivo.
A Rochester – città degli Stati Uniti d’America, capoluogo della Contea di Monroe, nello stato di New York – all’Eastman Kodak Company, per la grande richiesta, sono state riportate in vita pellicole che erano ormai fuori produzione. Oggi per il mercato della fotografia analogica stanno producendo più del doppio dei rullini prodotti nel 2015 con un costante incremento del 15, 20 o addirittura 30 per cento all’anno.
Tutto questo per una fotografia
La fotografia analogica tratta le immagini come elementi importanti individualmente, più tempo ci vuole a ottenerne una, più questa diventa preziosa. Assume un significato e non è un’usa e getta.
Molti millenials e molti ragazzi della Generazione Z sono stati introdotti alla fotografia analogica tramite i social media. Altri, invece, si sono rifugiati nelle camere oscure come conseguenza alla pressione che sentivano derivare dall’esposizione ad essi.
Infatti nelle dark room è come se il tempo e il mondo rallentassero. Sono al bando le “condivisioni istantanee”!
Si tratta di fissare un momento, fare un passo indietro e scattare con la macchina.
Un altro problema della pellicola, è che non è sostenibile per l’ambiente e gli acidi che si utilizzano per far emergere le immagini fissate sulla pellicola fotoreattiva non si possono smaltire, quindi è molto probabile che andando avanti con gli anni la pellicola si estinguerà del tutto.
Personalmente dopo aver scattato le prime fotografie con la classica macchina Kodak usa e getta delle gite scolastiche, non avevo mai veramente compreso la grandezza della pellicola.
La vera scoperta è stata quando sfogliato gli album fotografici di quando io e mia sorella eravamo piccole. Poco dopo ho ritrovato nel fondo di un cassetto la macchina analogica che io e la mia famiglia portavamo durante le vacanze in camper. C’erano addirittura ben due rullini ancora nella loro scatola.
Inutile dire che entrambi erano scaduti nel 2002, ma non mi sono arresa: prima ho provato a scattare senza rullino inserito e incredibilmente la macchina scattava ancora, così ho iniziato a scattare proprio da quei due rullini scaduti da quasi vent’anni.
Per la scarsa sensibilità della pellicola molti scatti non sono usciti, ma quelli che sono riuscita ad ottenere ripagano anche per loro.
Sometimes it’s ok to slow down
Oggi la maggior parte delle persone non ha la pazienza per fotografare. In un mondo dove tutto passa in un secondo, il processo dietro la fotografia analogica ci ricorda che Sometimes it’s ok to slow down, per avere consapevolezza di tutto ciò che ci circonda e catturarlo uno scatto alla volta.
Sicuramente se sei finit* su questo articolo hai già scattato in analogico o sei interessat* a farlo, quindi perché non carichi i tuoi scatti nelle stories taggando Accademia SantaGiulia?
Vediamo in quanti hanno bisogno di rallentare un po’!
Giada Piccoli,
I anno del biennio specialistico di Grafica e Comunicazione (A.A. 2020/21)
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