Come sopravvivere ad uno stage

Pubblicato da Hdemia SantaGiulia il

Scrivania d’ufficio con due portatili, appunti e due persone al lavoro

Ecco 5 consigli testati per sopravvivere al tuo primo stage

Scrivania d’ufficio con due portatili, appunti e due persone al lavoro
Sopravvivere a uno stage – Scott Graham, Unsplash

Dare inizio alla propria carriera lavorativa: il pensiero fisso di ogni studente universitario. Non provare a negarlo perché lo so, ti capisco. L’ansia di iniziare subito a lavorare, nei primi mesi post laurea, ha perseguitato anche me.
Gli stage sono il modo più comune per inserirsi nel mondo del lavoro – e il tipo di contratto, che con più probabilità, ti verrà proposto. Anche se durano per pochi mesi rappresentano il modo per dare inizio alla propria carriera, farsi notare e per assicurarsi i primi successi personali.

Dopo aver vissuto questa esperienza (e alcuni errori) sulla mia pelle voglio offrirti 5 consigli pratici per sopravvivere, e perché no, eccellere in questo momento speciale della tua vita lavorativa.

1. Gentilezza

Sii gentile. Sempre. Con chiunque. Può sembrare banale ma non lo è. La gentilezza e la buona educazione sono le qualità più apprezzate in assoluto.

Ti domandi come farai con quella maledetta timidezza che ti perseguita da tutta la vita? Non preoccuparti, essere gentili non comporta chissà quali dimostrazioni di socialità, può significare semplicemente sorridere e salutare.

Scritta sull’asfalto “Say hello to others” con punta delle scarpe
Reminder: durante il tuo tirocinio sii gentile, saluta! – Kevin Buts Unsplash

Fallo però con tutti: dal tuo capo alla receptionist, dal tuo collega alla donna delle pulizie, nessuno escluso. Complimentati con la ragazza dell’ufficio vicino, sorridi all’operaio del settore esecutivo.

Il tuo comportamento è stato piacevole e rispettoso, più Non puoi mai sapere chi in azienda ti potrà aiutare con un progetto o anche con un impiego e più sarà facile chiedere aiuto.

Dare prima di ricevere.

Essere gentile non costa nulla quindi perché non esserlo?

Per convincerti di questo mio primo consiglio ti dirò un’ultima cosa: prima ancora che venga notata la gentilezza ciò che si fa notare è la sua mancanza.
Esistono per tutti le giornate no ma non per questo devi essere scortese. I musi lunghi, l’arroganza e la scortesia non sono apprezzati da nessuno. Fai in modo che non siano le prime caratteristiche per cui sarai ricordato (ma nemmeno le seconde)!

“Per quanto piccolo, nessun atto di gentilezza è sprecato.”

Esopo

2. Ascolto

Forse l’ascolto è l’attività che dovresti svolgere con più attenzione, per più tempo e senza distrazioni ma nessuno te lo dirà. Ascolta con attenzione il tuo capo o un tuo collaboratore mentre ti spiega il prossimo progetto, o ti racconta qualsiasi dettaglio, anche se apparentemente insignificante.

Il mio suggerimento è quello di captare il più possibile ovunque e da chiunque. Questo non vuol dire appostarsi dietro le porte e origliare, mi raccomando!

Due ragazze sorridenti di fronte ad una finestra d’ufficio che conversano
Durante uno stage mostrati empatico/a: lascia parlare gli altri – Christina @ wocintechchat.com, Unsplash

Ascoltare ed essere al corrente delle novità ti darà una marcia in più: puoi riflettere su ciò che senti in giro e non farti trovare impreparato quando la stessa cosa ti verrà detta dopo qualche giorno. Perché diciamoci la verità, molto spesso agli stagisti le novità vengono riferite quando non sono più proprio delle novità…

Inoltre essere in grado di ascoltare ti renderà sicuramente una persona più gradevole: in un mondo dove è un continuo “IO ho fatto questo, IO ho detto quell’altro, IO sono, IO di qui e IO di lì”, trovare una persona che in una conversazione è in grado di mettere gli altri prima è come aver trovato l’oro! Sii quella persona e nelle conversazioni con i tuoi colleghi, sii un buon ascoltatore. Mostrati empatico, dandogli attenzioni e loro sicuramente ti ricorderanno per questo.

Ti racconto un aneddoto per spiegarti meglio quello che intendo:

Settimana sì, settimana no, dalla sede di Milano vengono in sede i capi (Head of, Director, Ceo, Brand Communication Specialist e chi più titoli ha, più titoli metta). C’è una regola non scritta per cui in quei giorni l’abbigliamento di tutti deve essere molto più formale e ricercato. Alla mia seconda settimana, dato che nessuno aveva messo i cartelli “arrivano i capi” e io non ero stata abbastanza attenta da captare i discorsi dei miei colleghi, mi presento in jeans, sneakers bianche un po’ sgualcite e un bel maglione rosso visibile anche con la nebbia. Guarda caso quel giorno era anche un anniversario importante per l’azienda. Quando ci hanno offerto un bicchiere di vino da bere insieme, nella sala più bella, tutti in completo eleganti, io ero dello stesso colore del mio maglione.

3. L’abito fa il monaco

Chi nel 2021 pretende ancora di averla vinta con lo stupido detto “l’abito non fa il monaco” probabilmente è rimasto bloccato a Woodstock nel 1969. Che poi anche lì, avrei sfidato chiunque a presentarsi in giacca e cravatta…

L’outfit non è un elemento trascurabile di sé, fa parte della nostra presentazione. In qualche modo è come se fosse il nostro packaging e ci aiuta nel personal branding. È vero che non si dovrebbe giudicare un libro solo dalla copertina ma chi riesce a non farsi influenzare dalle prime impressioni?

“Quello che indossi è il tuo modo di presentarti al mondo, specialmente oggi che viviamo in un’era in cui il contatto umano è così rapido. La moda è un linguaggio istantaneo.”

Miuccia Prada

Nessuno pretende il completo firmato, la manicure fresca di estetista e il tacco 12! Un aspetto ordinato e curato, adatto al contesto in cui ci si trova però aiuta a fare la giusta impressione. Anche se non ci sono linee guida e non sai bene come comportarti, prova a documentarti sulla reputazione che ha la tua azienda o ufficio, e nei primi giorni di tirocinio osserva che cosa indossano le altre persone e vestiti in modo coerente.

Questo non vuol dire vestirsi tutti uguali e far sembrare tutto il personale uscito da una fotocopiatrice! Significa prendere spunto. Per esempio capire se le sneakers le metti solo tu o se anche gli altri sono sportivi, oppure notare se tutti usano colori accesi, hanno accessori bizzarri e allora la camicia bianca, i pantaloni e i mocassini a cui avevi pensato il primo giorno non sono il modo migliore di presentarsi!

Un giusto abbigliamento può farti sentire più sicuro/a di te! Spetta poi a te capire quale sia quello giusto, quello che ti valorizza e il più attinente al contesto in cui ti trovi. Resta il fatto che non bisogna solo essere creativi, bisogna anche sembrarlo e lo stesso discorso vale per la professionalità. In base all’ambiente in cui ti trovi poi sceglierai su cosa puntare.

L’aneddoto che ti ho raccontato prima può essere un buon esempio di ciò che voglio dire: nessuno mi ha escluso o mi ha giudicata ma io mi sono sentita come un pesce fuor d’acqua! Ero insicura, cercavo di non farmi notare e così non ho interagito con nessuno. Come sarebbe andato quel momento di relax con i miei colleghi se io mi fossi vestita diversamente?

ragazza seduta con pantaloni chiari e camicetta a fiori colorata
Uno dei miei outfit preferiti per il tirocinio: pantaloni a vita alta chiari, camicetta a fiori e scarpe basse. Dei colori non posso proprio fare a meno!

4. Curiosità

Un’altra qualità molto apprezzata durante uno stage è la curiosità. Porre domande e mostrare interesse è un buon modo per mettersi sotto una buona luce.

Prima di tutto è importante fare domande attinenti quando vi assegnano dei nuovi compiti. Farsi vedere attenti e da subito pronti ad entrare nel pieno del progetto cercando di chiarire ogni dubbio in partenza, è un buon modo per dimostrare la propria professionalità. Lanciarsi a razzo su un nuovo lavoro, senza porsi alcun dubbio e poi magari consegnarlo pieno di refusi non è il massimo… Meglio prendersi cinque minuti in più per rifletterci e chiedere!

“In milioni hanno visto la mela cadere, ma Newton è stato quello che si è chiesto perché.”

Bernard Baruch

Inoltre porre le domande giuste è anche un modo per dimostrare la propria preparazione e la propria professionalità. Ricorda però di non scendere troppo in tecnicismi e definizioni improbabili, altrimenti più che l’interesse sfoggerai solo l’arroganza!

Oltre ai chiarimenti che puoi chiedere in merito alle tue mansioni ricordati di parlare anche d’altro! Chiedi ai tuoi colleghi come è andato il loro fine settimana, oppure domandagli cosa ne pensano dell’ultimo progetto approvato. E ancora più importante, poi ascoltali. Mostrati empatico e attento. Socializzare e avere dalla propria parte i colleghi è la base!

La tua curiosità puoi dimostrarla anche ricercando dei feedback sul tuo operato.

Questi ti aiuteranno a imparare, a migliorare ed a ottenere il massimo dal tuo stage. Anche se non è sempre piacevole, saper gestire le critiche nel modo ma soprattutto nel momento giusto è una capacità davvero importante.

Prima di tutto una critica ricevuta come suggerimento, magari in pausa caffè, in un momento quindi di relax, piuttosto che nella fase centrale e più tesa del progetto, verrà data con toni più distesi e accomodanti, come se si trattasse di un consiglio.

Allo stesso modo tu così avrai tempo di accettarla, elaborarla e lavorarci su.

Non aspettare l’ultimo giorno per avere un feedback: questo dimostrerebbe poco interesse ed un certo opportunismo. Dimostra sempre curiosità di imparare, anche dai tuoi errori.

Un gatto alzato su due zampe appoggiato su una finestra che sbircia
Un proverbio adatto per la curiosità in tirocinio: “La curiosità uccise il gatto, ma la soddisfazione lo riportò in vita” – Bing Han, Unsplash

Non avere paura di mostrare insicurezza facendo domande. Sono tutti consapevoli che sei uno/a stagista e che quella è la tua prima esperienza di lavoro: è giusto e normale avere dei dubbi. Piuttosto di fare i sapientoni e andare sempre per la propria strada meglio mostrarsi aperti al confronto, in grado di imparare e di ascoltare.

5. Take It easy

L’ultimo consiglio che ti voglio dare è forse quello di cui avrei avuto più bisogno quando ho iniziato il mio stage. Quante volte mi sono disperata chiedendomi sé stessi facendo la cosa giusta, quante sere tornando a casa continuavo a rimuginare sul compito che avevo svolto.

I primi due mesi passavo le giornate e purtroppo anche le serate a tormentarmi con domande del tipo:

• “Ho impiegato troppo tempo per scrivere quella relazione? Avrò usato i termini corretti?”

• “E quelle foto che mi hanno chiesto, saranno piaciute?”

• “Ma i file che dovevo consegnare erano della giusta risoluzione?”

tessere di legno con lettere che formano le parole: Pause, Breathe, Ponder, Choose, Do
Suggerimenti per sopravvivere ad uno stage: fermati, respira, pondera, scegli e agisci –
BrettJordan, Unsplash

I dubbi mi tormentavano per ogni passo che facevo.

È giusto preoccuparsi e prestare attenzione ai propri incarichi ma lasciate che vi dica un piccolo segreto… i vostri compiti, sono più semplici di quello che credete!

Attenzione ho detto semplici, non facili. Sono due termini molto diversi.

Non voglio scoraggiare nessuno dicendo che probabilmente all’inizio gli incarichi di un tirocinante potranno essere più semplici di quelli che svolgono i colleghi assunti da più tempo: è normale e anche giusto. Devi integrare e comprendere l’ambiente di lavoro. Meglio iniziare gradualmente perché vedrai che poi i carichi di lavoro arriveranno anche a te!

Comunque, questi primi mesi di tirocinio, seppur con la giusta attenzione e partecipazione, viviteli tranquilli! Non fasciarti la testa prima di batterla: se nessuno ha nulla da ridire sul tuo operato perché devi autoinfliggerti critiche e ripensamenti?

Non complicarti la vita e non metterti i bastoni tra le ruote: ragiona prima di agire, se hai dei dubbi poni domande, lavora serenamente e controlla il tuo operato prima di consegnarlo. Semplice e lineare, una strada simile a quella che faresti se tu fossi in Accademia o Università.

Questi sono i miei 5 suggerimenti per viverti al meglio la tua prima esperienza di stage.

Spero che seguendoli, aumenteranno le possibilità di ottenere un’offerta di lavoro al termine del tuo tirocinio o comunque faranno sì che le persone con cui hai collaborato si ricordino di te in modo positivo; in futuro potrebbero ricontattarti per qualche opportunità.

Se leggendo questo articolo ti sei sentito ispirato/a e non vedi l’ora di iniziare sappi che sul sito di Accademia SantaGiulia nella sezione dedicata ai servizi per lo studente sono indicati gli stage attivi presso cui applicarti.

Non perdere tempo e inizia a dar vita alla tua carriera!

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Francesca Mucchetti,
I anno del biennio specialistico di Grafica e Comunicazione (A.A. 2020/21)


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