Il bello in diretta

Pubblicato da Hdemia SantaGiulia il

Storia di un laboratorio artistico online

Il 27 e il 28 maggio 2020 abbiamo affrontato il nostro primo laboratorio artistico con gli studenti di prima e seconda media dell’istituto paritario Bonsignori di Remedello coordinati dalla professoressa Damiana Gatti nell’ambito del corso Pedagogia e Didattica dell’arte. 

Un laboratorio online, soprattutto se è uno dei primi, è difficile. Si tratta di un’esperienza nuova ed insolita che abbiamo sperimentato a causa della situazione da cui ora, passo dopo passo, stiamo uscendo.

Questo genere di attività nasce molto prima del momento in cui si entra in un’aula o, in questo caso, si clicca un pulsante per partecipare alla lezione a distanza. Ci sono alle spalle settimane o mesi di ricerca del processo, del prodotto e dell’anima di un’attività che culmina poi in un’ora o due di laboratorio.

Uno dei momenti del laboratorio online

Lo schermo come opportunità

Ci siamo confrontati su quale potesse essere un concetto interessante attorno al quale sviluppare il laboratorio ed è subito emersa dalla professoressa la necessità di integrare un mezzo che docenti e studenti, dell’Accademia e di scuole primarie e secondarie, utilizzano giornalmente in questo periodo: il computer.

Un dispositivo elettronico che ci permette di seguire le lezioni e comunicare a distanza attraverso internet, microfono e telecamera. Questo strumento e i programmi online appositi per seguire le lezioni, con il passare del tempo e l’arrivo della bella stagione hanno iniziato a trasformarsi progressivamente da opportunità a costrizione, da ponte a gabbia.

Un momento del lavoratorio virtuale

Manca il contatto, la casa ci sta stretta e si fatica a valorizzare ciò che si ha nel qui e ora.

L’insieme dei nostri schermi però crea un vero e proprio mosaico, che può essere statico se fotografato o dinamico se trasformato in video.

Lo schermo del nostro dispositivo può diventare una tela, un foglio, uno spazio dove sperimentare e dare sfogo alla propria creatività. Non solo “dove ascoltare”.

Abbiamo fatto alcune prove riflettendo su quali oggetti del quotidiano, alla portata di tutti, potessero essere interessanti una volta avvicinati alla telecamera.

Gli oggetti d’uso comune diventano arte

Il concept del laboratorio

Ci siamo posti come obiettivo quello di cambiare il nostro punto di vista avvicinando l’oggetto alla camera riempiendo l’intero quadro e dando importanza ad alcuni dettagli dello stesso su cui, abituati ad una visione quotidiana, spesso sorvoliamo.

Ci siamo concentrati sulle possibilità date da un bicchiere e dalle rifrazioni e distorsioni che offre, da oggetti semitrasparenti a quelli di uso comune come fazzoletti o simili, con la riserva di lasciare spazio anche all’improvvisazione e all’ispirazione una volta iniziata la diretta.

Abbiamo definito tra noi un processo progettuale da seguire affinché questo laboratorio fosse un’esperienza che coinvolgesse attivamente i ragazzi, che fosse spontaneo e non qualcosa di imposto dall’alto a cui fossero costretti a partecipare.

Uno screenshot con gli studenti di Accademia e i piccoli partecipanti al laboratorio

Chiaramente essendo uno dei nostri primi laboratori, ed essendo stato fatto in remoto senza i vantaggi offerti dalla vicinanza che permette di comunicare e capirsi meglio, noi studenti eravamo piuttosto titubanti e timorosi riguardo alla riuscita dell’esperienza, vista anche la durata di un’ora e mezza che ci sembrava più tempo del necessario.

Per fortuna grazie alla lungimiranza e all’esperienza della professoressa Gatti siamo riusciti a colmare la difficoltà e la durata del laboratorio, in entrambe le esperienze, è stata non solo adeguata, ma addirittura troppo breve.

L’esperienza nella classe virtuale

Una volta entrati nello spazio online di classe ci siamo presentati e abbiamo provato a mettere i ragazzi a loro agio chiedendogli come stessero e quali effetti avesse avuto questo periodo su di loro.

Oggetti diventano arte nel laboratorio virtuale

Personalmente abbiamo trovato molto interessante e sorprendente come la maggior parte di loro si sia aperta con noi a partire da subito, una sicurezza che ha visto sicuramente complice il volto amico della docente.

Ad un certo punto, un nostro compagno di classe beve vistosamente da una bottiglia avvicinandola alla camera e viene ripreso dalla professoressa per i suoi modi poco educati. La bottiglia, davanti alla camera, diventa qualcosa di interessante.

Un mosaico di oggetti e colori

La fotocamera e gli oggetti possono trasformarsi in strumenti artistici“la fatica sta nel saperli vedere come tali e valorizzarli”, ci ripete sempre la professoressa.

Il colore diventa protagonista del mosaico virtuale

La cosa che ci ha sinceramene sorpreso è quanto i ragazzi si siano sentiti coinvolti, arrivando a proporre attivamente oggetti da usare e come si siano subito affezionati e non volessero chiudere la chiamata una volta scaduto il tempo destinato al nostro incontro.

Penso e spero sia stato utile mostrare loro che quello che usiamo come uno strumento formativo tecnologico può trasformarsi in un vero spazio di collegamento relazionale artistico.

Ciò che vediamo non ha una natura univoca e tutto può diventare ricco di diversità se ci sforziamo di abbattere il muro creato dalle nostre prime impressioni e dalla visione a cui veniamo educati.

Guarda il video realizzato a testimonianza del laboratorio virtuale

“Uno degli aspetti della fantasia nasce da relazioni per affinità visive, o di altra natura. Questo particolare caso della fantasia ci induce a considerare come ogni cosa può essere vista anche in altri modi. Un altro aspetto è il cambio di funzione, si prende una cosa che serve per una precisa funzione e la si usa per una funzione diversa.”

Bruno Munari

Ci teniamo a ringraziare il preside Angelo Bagossi e il direttore dell’Istituto Benedetto Picca per averci permesso di fare questa bellissima esperienza e ovviamente la professoressa e i ragazzi che hanno partecipato al laboratorio.

Gli studenti del Biennio specialistico di Scultura Pubblica Monumentale dell’Accademia SantaGiulia


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