Arte: come l’artigiano dona il proprio saper fare
“Artigiano in Fiera” è uno degli eventi più conosciuti e apprezzati dai cittadini milanesi e non solo…
Ogni anno “Artigiano in Fiera” coinvolge oltre 3000 espositori da cento Paesi diversi e riesce ad accogliere più di un milione di visitatori.
L’evento si è tenuto dal 1 al 9 di dicembre 2018 presso Rho Fiera, Milano, e, come ogni anno, si è dimostrato all’altezza delle aspettative dei suoi ospiti.
Attraverso i quattordici padiglioni presenti si intuisce quanto la definizione di “artigiano” abbia mille sfaccettature differenti.
Nell’immaginario comune l’artigiano è colui che lavora materiali più o meno grezzi e servendosi di vari strumenti e della sua creatività si impegna a realizzare un oggetto bello da vedere e talvolta anche pratico da utilizzare.
La Fiera mostra come questa definizione sia vasta, dal momento che ospita stand con temi molto diversi tra loro.
Troviamo artigiani intesi in senso lato quali gioiellieri, scultori e pittori, ma la fiera mostra come anche l’ambito culinario possa essere considerato vero e proprio artigianato, così come quello della cosmesi.
Ecco perché camminando tra un espositore di cioccolato di Modica e uno stand con creme a base di bava di lumaca, si può capire quanto la questione di chi possa essere considerato artigiano sia vasta.
È interessante notare come la Fiera consideri anche i prodotti bio come vera e propria parte del comparto artigianato.
Sorge spontanea la domanda: l’agricoltura biologica può essere considerata artigianato? Colui che lavora la terra e si prende cura dei suoi frutti è un semplice coltivatore o è in qualche modo anche artigiano?
Probabilmente la risposta è “sì”, considerando i tre criteri con cui gli espositori vengono selezionati cioè originalità, autenticità e qualità.
Secondo Antonio Intiglietta, fondatore dell’evento, un oggetto artigianale:
- è originale perché nasce da un’idea;
- è autentico in quanto rispetta l’idea e i suoi processi di sviluppo;
- è di qualità nel senso che non è mai uno scarto, ma ha un valore oggettivo, visibile, apprezzabile.
I padiglioni proposti non riguardano solo il territorio italiano, ma guardano a tutti e cinque i continenti.
È così che, una grande fiera dell’artigianato, diventa un vero e proprio evento culturale e sociale, oltre che artistico.
Ogni stand è curato nei minimi particolari e sa creare atmosfere suggestive attraverso l’uso di luci, colori, odori e sapori. Anche la musica gioca un ruolo fondamentale da questo punto di vista.
Passando tra una rumba e una salsa, musiche orientali, celtiche e passi di tarantella ci si rende conto di quanto la nostra diversità culturale sia da considerarsi un valore aggiunto.
Quindi il vero scopo della Fiera è ridotto ad una semplice mostra di manufatti internazionali o esiste un qualcosa di latente, un messaggio nascosto?
Se si riflette bene, la risposta è più facile di quel che non si possa credere: il vero obiettivo dell’evento sono le relazioni interpersonali.
Nonostante alcuni stand diventino dei mercatini, con oggetti che non si possono definire “handmade”, sanno mantenere quel fascino e quell’incantevole bellezza tipica dell’atmosfera della Fiera.
Ovunque ci si sposti non si possono evitare scambi di idee, chiacchiere e sorrisi.
La passione di un artigiano riesce ad emergere, non solo nelle sue creazioni, ma anche dalla sua voglia di raccontare e raccontarsi, di trasportare il visitatore nel suo mondo, sapendolo stimolare con interessanti spunti di riflessione.
Divertente un cartello di un espositore con la scritta “Toccare non significa per forza dover pagare!”.
Ciò fa riflettere su come lo scopo della Fiera non sia il semplice consumismo, tipico della globalizzazione, ma come dei piccoli e semplici gesti possano dare il via ad un’infinità di racconti su mondi nuovi, che rimarrebbero altrimenti sconosciuti.
Ogni artigiano è così da considerarsi un piccolo mondo, colui che sa donare se stesso attraverso le sue opere, che emoziona e si emoziona a sua volta. È fiero e orgoglioso di ciò che fa.
Un artigiano ha il potere più bello del mondo: sa creare arte e donarla agli altri ed è proprio questa la cosa che più lo rende felice.
Elena Baldi
Studentessa del I anno della Scuola di Scenografia
0 commenti