Quello che non sai sul caffè
Noi studenti non possiamo proprio farne a meno: è il nostro carburante, un rito.
Senza, la sopravvivenza non sarebbe garantita.
Di cosa sto parlando? Ma del caffè ovviamente!
Un must della colazione, della pausa-caffè, e della quotidianità italiana.
Quale studente dell’Accademia SantaGiulia, non ha mai fatto lunghe file, sgomitando per arrivare alla cassa del bar e procurarsi così la sua dose di caffeina?!
La sveglia suona sempre troppo presto, e, quando smettiamo di rotolarci nel letto, capiamo che è già troppo tardi.
Quindici minuti e dobbiamo essere a lezione, la colazione salta. Ma dopo aver aspettato l’autobus per 40 minuti, essere stata prigioniera del traffico per altri venti ed esserti scordata a casa il caricatore del computer, metti finalmente piede in Hdemia e il profumo inebriante del caffè ti guida su per quei cinque gradini, ti avvolge, ti conduce al bar e…
“Un caffè, grazie!”.
Ma… Ti sei mai chiesto se quello è l’orario giusto?
Quasi tutti sappiamo che concederci un espresso nel tardo pomeriggio può farci passare una nottata svegli, ma nel resto della giornata, qual’è l’orario ideale per assumere caffeina?
Dalle 9:30 alle 11:30 del mattino ogni istante è quello giusto. In questa fascia oraria il nostro metabolismo è in grado di immagazzinare caffeina da rilasciare poi nel nostro sangue per tutta la giornata senza creare assuefazione.
Inoltre per ricaricarsi con una generosa dose di caffeina, la frase magica da rivolgere al barista sarà:
“Un caffè lungo, grazie!”
Sfatiamo il mito per cui un caffè ristretto è più forte di un caffè lungo; il gusto forse potrà sembrarvi più intenso, ma il livello di caffeina sicuramente è più alto nel caffè lungo, proprio perché la caffeina è idrosolubile.
Non c’è nulla di più familiare e rassicurante del gorgoglio del caffè che “sale” sul fornello di casa, mentre il suo delizioso aroma pervade il soggiorno. Johann Sebastian Bach amava il caffè e anche Voltaire, Balzac e altre grandi menti.
Si dice che Beethoven contasse pazientemente i sessanta chicchi necessari alla preparazione di ogni tazza, in modo che il suo caffè risultasse sempre della stessa forza.
Noi studenti invece, siamo soliti bere il caffè in due nano secondi, senza star lì a pensarci troppo. Bere un buon caffè, infatti, è tra i gesti più comuni e quotidiani che si possano compiere.
Dopo l’acqua è la bevanda più diffusa: ogni giorno, al mondo, si consumano quasi 1,6 miliardi di tazze di caffè, una cifra impressionante. Si consuma praticamente in ogni angolo del pianeta.
Pochi però sanno come andrebbe degustato il caffè: come per il vino, la birra o l’acqua, infatti, anche il caffè può essere assaporato con maestria per apprezzarne a pieno il gusto.
Pensate che sotto la schiuma del tipico espresso da bar, si nascondono ben 72 aromi, ma solo pochi palati riescono a distinguerli.
Bisogna dedicare il giusto tempo per degustare un buon caffè, è un momento tutto da assaporare, da scoprire, basta tracannare il caffè come se fosse acqua, dedichiamogli il tempo che merita, perché è grazie a lui che la mattina siamo in piedi!
Come direbbe mia nonna:
“Come con arte va preparato, così con arte va bevuto.”
Le 5 regole per la perfetta degustazione di un caffè
1 – Scegli gli strumenti adatti
Può sembrare scontato ma, il cucchiaino adatto può fare la differenza.
Quello giusto dev’essere in acciaio inossidabile, per non alterare i sapori.
2 – Anche l’occhio vuole la sua parte
Prima di iniziare la degustazione vera e propria, è importante osservare la crema del caffè assicurandosi che sia morbida e densa allo stesso tempo e che le bollicine di anidride carbonica in essa contenuta siano piccole e distribuite uniformemente.
3 – Spazio all’olfatto
Oltre che buona da gustare, la parte cremosa del caffè ha il preciso compito di preservare gli aromi ed evitare che si disperdano troppo presto al contatto con l’aria. La degustazione vera e propria inizia annusando i profumi che la crema sprigiona.
4 – Il momento del risucchio
Niente timidezza: proprio come il vino, anche il caffè dev’essere degustato “risucchiando” in modo forse un po’ rumoroso, ma necessario per assaporarne tutte le caratteristiche.
Così facendo, gli aromi del caffè vengono spinti verso il palato, dove sono percepiti in modo più profondo e completo facendoci capire anche il suo corpo, ovvero la pesantezza che ci lascia in bocca.
5 – Retrogusto
La degustazione del caffè non finisce qui, adesso bisogna capire in quale zona della lingua si sviluppa principalmente il retrogusto.
I caffè possono risultare: dolci, amari, salati, acidi e, a seconda di questa caratteristica, li percepiamo in diverse zone della lingua. Un caffè particolarmente amaro lo percepiamo sul fondo della lingua, quelli dolci sulla punta.
Ora tocca a te!
Prova a seguire le regole per degustare un caffè e a scoprirne gli aromi.
Mi raccomando scegli di farlo nell’orario giusto
Se vuoi diventare un vero coffee specialist, non perderti tutti i consigli dell’AICAF – Accademia Italiana Maestri del Caffè, e ricorda che il buongiorno si vede da un buon caffè!
Martina Consoli
Studentessa del Biennio Specialistico di Grafica e Comunicazione
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