Mascherina, da strumento ad accessorio
Un post con la mascherina: perchè?
Forse ti starai chiedendo perché dovresti leggere un post che parla delle odiate mascherine.
Il motivo è che ti sfido a comprendere quanto sia importante essere innovativi e restare al passo con i tempi che corrono!
Alla fine di questo articolo forse anche ripenserai alla mascherina che indossi non solo come strumento attualmente fondamentale ma come un accessorio a tratti distintivo della tua personalità.
Prima di iniziare la lettura però ricordati che bisogna sempre trovare il bello nelle vicende spiacevoli che siamo costretti a vivere e affrontare nella vita.
Ma incominciamo con il comprendere come questo dispositivo di protezione individuale sia potuto diventare un “accessorio” da avere assolutamente nel proprio armadio…
La pandemia che ha cambiato le nostre vite
Diventata ormai simbolo del momento la mascherina è ciò che ci rende sicuri e ci fa sentire protetti, la barriera che ci aiuta a prevenire e combattere il nemico invisibile comune.
Se durante la prima fase di quarantena trovarla in commercio era arduo ora è possibile reperirla ovunque, sia presso i negozi fisici (supermercati e farmacie vanno per la maggiore), sia online.
È interessante studiare la sua evoluzione per assecondare i gusti e le esigenze pratiche di chi la indossa, facendo diventare “meno insolito” un oggetto che prima non era comune indossare nella quotidianità.
FASE UNO
Bianca o azzurra? Comunque introvabile!
All’inizio della quarantena era già difficile trovarle.
Per la legge della domanda e dell’offerta, quando un bene è scarsamente disponibile gli acquirenti si accontentano della poca scelta e prezzi rigidi.
Sarte volontarie di paese hanno iniziato quindi a confezionare mascherine di stoffa.
Qualcuno si è anche dilettato con tanta fantasia nel ricavarle da maschere da sub o altri oggetti.
Le mascherine in commercio che in poche settimane sono andate a ruba sono le classiche chirurgiche; quelle che siamo abituati a vedere in un ospedale, bianche o azzurre solitamente, dotate di due cordini laterali.
Intanto era diventato obbligatorio uscire coprendo e vie respiratorie con qualsiasi mezzo, persino un foulard!
Code infinite si formavano fuori da farmacie e altri rivenditori di mascherine: per la prima volta in vita mia ho sperimentato la scarsità di beni essenziali (come, ad esempio, lievito, farina o carta igienica!).
FASE DUE
“Ah, ma ci sono anche colorate!”
Dopo diverse settimane sono tornate finalmente reperibili le mascherine (non ho accennato ai guanti in lattice e a Amuchina ma dovrei scrivere un articolo solo per quelli!) ma in giro cominciamo ad intravederne qualcuna diversa, colorata, e non possiamo fare a meno di notarla. Come faremmo per un paio di scarpe!
È li che la mascherina inizia ad avere un carattere estetico; un componente non banale, un accessorio. La cura estetica del dettaglio che può alleviare il peso di indossarla.
Chissà quante donne (ma ho visto anche tanti uomini – magari con meno ricambi 😉 ) stavano aspettando di uscire e poterla abbinare ai vestiti che indossano!
Dapprima scomode e sgraziate, spesso bianche e rilegate da due lacci, oggi sono disponibili in qualsiasi colore o fantasia e dotate di elastici per permetterne un uso prolungato e meno faticoso.
Questa ampia scelta ( e il prolungato obbligo di indossarle) hanno suggerito la possibilità di considerare la mascherina come un accessorio attraverso il quale esprimere la propria personalità o l’umore del giorno, come per un paio di occhiali o un cappello.
Numerose aziende che all’inizio della pandemia avevano convertito parte delle loro attività nella produzione di mascherine (spesso donate per affrontare l’emergenza a enti sanitari), perseverano oggi in quella direzione cercando di differenziarsi e incontrare i gusti del pubblico.
E, come molte donne, trovo che poter abbinare tutti gli elementi del mio outfit – mascherina inclusa – sia un divertimento irrinunciabile e consolatorio!
La mascherina personalizzata? Il mio nuovo tratto distintivo!
FASE 3
Accessorio di passaggio o forse no?
Il caso “Io Collection”
Oggi una domanda sporge spontanea: cosa ne faremo della mascherina una volta che il pericolo sanitario sarà passato?
Forse in Italia smetteremo di indossarle (forse).
O forse, come nei Paesi orientali, diventerà parte della nostra cultura continuare a proteggere le vie respiratorie.
O, forse ancora, potremo esportare in Oriente le bellissime mascherine fashion made in Italy, come già l’Italia fa con molti capi di famose griffe.
A proposito di riconversione delle aziende tessili, anche nel Bresciano c’è chi si è dato da fare come Irma Oneda, titolare del negozio IO COLLECTION, che ha studiato e realizzato una linea di mascherine artigianali e iniziato a spedire la sua collezione in tutto il mondo.
Tramite il sito di Irma c’è da sbizzarrirsi a creare la mascherina personalizzata che disiderate!
Io Collection propone mascherine Trendy in Lurex e la loro caratteristica fondamentale è quella di essere foderate in lino; questo permette a tutti noi di respirare maggiormente rispetto alle chirurgiche.
Se inizialmente venivano apprezzate per la loro bellezza estetica ora lo sono per la loro comodità e perché sono lavabili e quindi riutilizzabili.
Come venivano comunicate?
Su instagram! Le clienti postavano numerose foto delle mascherine Io Collection.
D’altra parte, la potenza del social network ormai si sà.
No? Pensate che il National Geographic ha scritto su come le visite a Trolltunga, una scogliera “fotogenica” in Norvegia, siano aumentate da 500 all’anno nel 2009 a 40.000 all’anno nel 2014, dopo che era apparsa su Instagram… E nel 2014 non era ancora così potente!
Giada Lombardi,
Studentessa del biennio di Grafica e Comunicazione
0 commenti