Una laurea in quarantena

Pubblicato da Hdemia SantaGiulia il

Ragazza laurea online

Storia tragicomica di una laureanda durante il lockdown

La laurea, diciamocelo, è quell’obiettivo che sembra irraggiungibile quando si inizia l’università, cominci a fantasticare su come sarà già dal primo esame firmato.
La soddisfazione, la gloria eterna, la corona d’alloro, il vestito perfetto, la tesi stampata che profuma di nuovo… Sì certo, tutto molto bello… Ma poi subentra il pensiero dell’agitazione, il discorso che “mi dimenticherò di sicuro qualche pezzo”, le slide che “sfigata come sono non si apriranno”, i familiari che ti fissano come se fossi un fenomeno da baraccone per poterti poi sfoggiare per i giorni seguenti come un trofeo, infilando la tua laurea in ogni discorso. “Signora sono 2 etti e 300 che faccio? Lascio?” Nonna: “Lasci lasci… Ma lo sa che la mia nipotina si è laureata?”.

Con l’immagine della nonna che racconta la laurea al salumiere ti decidi di tornare con i piedi per terra e percorrere il lungo tunnel che separa te, vittoriosa e imbarazzata, da quel giorno memorabile in cui qualcosa sicuramente andrà storto, lo hai già messo in conto. Ma…

CHI AVREBBE MAI MESSO IN CONTO UNA PANDEMIA GLOBALE?

Che fossi un po’ sfortunata già lo sapevo ma così forse non è un po’ troppo?

Ma Facciamo un piccolo salto temporale indietro.


L’anno della tesi e i buoni propositi di Capodanno

00.00 del 1 gennaio 2020

“Buuuooon annooo!!” Brindiamo, cantiamo, balliamo, ci auguriamo il meglio per il nuovo anno… Quando un’amica, a distanziamento sociale di due bicchieri di spumante da me esclama: “Non sei contenta? Quest’anno ti laurei!”. Ovviamente tutta emozionata rispondo “Sii! Finalmente a Marzo mi laureo! Sarà davvero UN ANNO SPECIALE!”.

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Brindisi di fine anno!
(PH: © Kate Hliznitsova from Unsplash)

Ecco… da qui in poi la storia a grandi linee già la sapete, e chi se lo dimentica quest’anno?

7 febbraio 2020. La luce in fondo al tunnel

Ho concluso la tesi, dopo lunghi mesi di preparazione.
VEDO LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL. Quasi non ci credo!
Tutta fremente torno a casa a bordo del solito treno sporco e puzzolente che però oggi non sembra puzzare come gli altri giorni… Sarà l’emozione?
Nella mia testa già le mille cose da fare per organizzare la festa, gli invitati ma soprattutto LA SCELTA DEL VESTITO. Nella mia mente solo scene alla Sex and the city in cui io provo mille abiti e le mie amiche che commentano sedute fuori dal camerino.

Attrici Sex and the City che osservano perplesse
Come immagino le mie amiche che mi aiutano a scegliere l’abito della tesi

Panico… Marzo è un mese di mezzo… Un mese che non è né carne né pesce, in cui un giorno si gela e l’altro vai in giro in mezza manica con la giacca stipata nello zaino. Ma niente paura, ci sarà sicuramente qualcosa di bello nei negozi che faccia al caso mio. Le ultime parole famose…

Nei giorni a seguire ho cercato disperatamente un outfit che non mi facesse sembrare, nell’ordine: una professoressina impettita, una invitata a nozze (o meglio “a spuse” in bresciano stretto), una bambina di quinta elementare che fa la comunione, un salame, un salame ancor più grande del salame precedente…
Ma dopo infinite ricerche LO TROVO!
Il vestito perfetto! Un tailleur semplice come me, di colore blu. Blu elettrico come la mia personalità con abbinate scarpe e borsa del mio colore preferito: un brillante arancio tramonto… Lo so, sono un’inguaribile romantica dietro i miei quasi 180 centimetri di altezza.

15 febbraio (2020, certo). La scelta della location.

Manca solo la location. Dopo varie telefonate e preventivi, trovo il posto dei miei sogni! Organizzo tutto: menù, tavolo, sedie, mise en place (che, per non fare troppo i “pettinati”, stiamo semplicemente parlando di come apparecchiare il tavolo), i fiori… È tutto perfetto, mi sto già pregustando la festa dell’anno. Sì prenoto!

Attenzione!
Da qui in poi il modo del racconto si farà più nervosetto…
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Quando I preparativi prendono una forma inattesa
(PH: © JESHOOTS.COM from Unsplash)

Da un paio di settimane i telegiornali parlano di un virus che proviene dalla Cina e che sta causando enormi disagi. In Italia c’è qualche caso, nulla di allarmante.

Qui tutti dicono di non preoccuparci, ma vedo i cinesi costruire un ospedale enorme in pochi giorni. C’è qualcosa che non va…
21 febbraio. Ciao ciao normalità.

Io e i miei compagni siamo a Milano in uscita con un nostro professore, proprio oggi l’Accademia pubblica le date delle lauree.
Si vocifera ci siano dei casi di Covid-19 anche qui in città. Stiamo attenti sui mezzi pubblici e ci facciamo una doccia di Amuchina. Ecco le date! Io mi laureerò il 5 marzo alle 11.30!
Ma poi arriva la notizia: a Codogno scoprono sei casi di Corona virus. Cosa sta succedendo?

Questo è stato l’ultimo giorno di semi normalità…

Tutto peggiora vertiginosamente nel giro di qualche giorno, i contagi crescono e arrivano a Brescia.

1 marzo. Ci siamo quasi... o forse no.

Manca pochissimo al fatidico giorno, tutto è pronto anche se il morale è altalenante.
In un clima di incertezza generale, con tre paesi in quarantena, i contagi che dilagano, l’Accademia annuncia che le lauree verranno fatte a porte chiuse. Solo io e la commissione!
Che dire… al momento sono delusa e amareggiata. Non avere i miei amici e parenti a sentirmi, nemmeno mia madre li a vedermi concludere un percorso così importante!!
Dopo lo shock iniziale non mi rimane che vedere il lato positivo. Potrò comunque festeggiare il sabato sera seguente con tutti!

2 marzo. La vigilia di...
Ore 9

Mi sveglio ripetendo il discorso di laurea nella testa, scendo al piano di sotto e vedo mia madre con le bomboniere pronte sul tavolo e i bigliettini da compilare con la data. Iniziamo! 5 marzo 2020, laurea Jessica.

bomboniera laurea gufetto
Bomboniera di laurea con gufetto
Ore 14

Accademia SantaGiulia pubblica un annuncio: tutte le lauree sono state cancellate e spostate a data da destinarsi!
Rileggo ancora il messaggio… Il morale a terra, non mi vergogno a dire che una lacrima rotola sulle mie guance. “Proprio adesso che avevo compilato decine di biglietti con la data!!!”. Ovviamente non era colpa di nessuno ma dentro di me agitavano rabbia e delusione.

Chiamo tutti gli invitati, il ristorante, fiorista per la corona d’alloro. Tutto annullato.

Mia sorella torna a casa con una tosse insolita e ha qualche linea di febbre. Due giorni dopo anche mia madre ha la febbre e poi mia sorella più piccola.
Ma pensiamo: “Non sarà sicuramente il Corona Virus è solo banale influenza!”.

5 marzo, il grande giorno? No.

Tutte malate in famiglia tranne me. Oggi avrei dovuto laurearmi, mi suona la sveglia che avevo già programmato qualche giorno prima in vista della laurea. L’avviso era “Oggi laurea daje!” con un’imbarazzante emoji con la trombetta tipica da compleanno. Il sorriso malinconico scatta involontario.

7 marzo. La febbre del sabato sera.

Tutti malati in famiglia, decido di vedere il mio ragazzo mantenendo le distanze per paura di avere davvero il Corona Virus e contagiarlo. Lui mi regala in anticipo le mimose per la festa della donna, lo saluto da lontano e torno a casa. “Ci vediamo domani!”. Cit.

La sera stessa la febbre sale anche a me.

Medico con mascherina e guanti fa segno di fermarsi

Medico con mascherina e guanti che fa segno di fermarsi
8 marzo. Inizia il Lockdown.

La Lombardia chiude le frontiere. Tutti i cittadini italiani chiusi in casa.
I due mesi seguenti sappiamo tutti come sono andati. La pandemia cinese è arrivata davvero anche qui. Prima noi italiani, poi la Spagna, la Francia, la Germania e così via il resto del mondo.

La laurea? Non se ne parlerà più per quasi 2 mesi.

29 aprile. EAT, sleep, study and repeat.

Escono le nuove date delle tesi. La nuova laurea sarà soltanto online.

Si ricomincia tutto da capo. Panico. Avevo tutto pronto da mesi, dovevo solo ripetere il discorso… Stai calma!
Ancora panico. Mi andrà bene ancora il vestito? In due mesi le pizze fatte in casa, le torte, il carbonara day settimanale e tutte le schifezze consolatorie che avevo mangiato avevano fatto di me un cotechino bello e buono.

4 maggio. La fine del lockdown.

La notizia delle riaperture. I congiunti sono anche i fidanzati. Notizia positiva, il mio ragazzo potrà venire alla mia laurea nel salotto di casa!!

9 maggio. Il giorno di gloria è arrivato!

È davvero arrivato il fatidico giorno tanto atteso. La sera prima ho ripetuto altre due volte il mio discorso e sembra filare tutto liscio “come va, va” mi dico… è l’ultimo sforzo. “Tutto andrà bene” come motto della quarantena e anche della mia laurea.

Mi alzo piuttosto tranquilla, indosso il mio bel vestito rimasto per troppo tempo nell’armadio. La prima impressione è: “incredibile mi si chiudono ancora i pantaloni!”. Via le amate ciabatte con il pelo e infilo i tacchi color arancio fiammante, un filo di trucco dopo due mesi di acqua e sapone. Sono pronta!
Il mio salotto addobbato con nastri rossi e fiori. Il mio ragazzo che arriva con un bouquet coloratissimo, la corona d’alloro fiorita ancora incartata. Ora tutta la mia famiglia mi sta guardando da dietro il divano “Non fissatemi troppo vi prego, fate come se non ci fossi”.

ore 10.30

È il mio turno! Pronti via! Parenti e amici collegati tramite link, vedo la faccia tonda di mia nonna comparire sulla webcam e penso “mio cugino non ha spento la videocamera, cominciamo bene”.
Il sorriso stampato in viso come al solito, come sono io. I professori dall’altra parte dello schermo felici di vedermi. Comincio l’esposizione, i 15 minuti più corti e lunghi della mia vita.
Continuo senza pensare troppo altrimenti mi impappino!

ore 11.00

Ho finito! Sono laureata! È andata benissimo, quindi urlo di emozione con gli occhi umidi di felicità. La mia famiglia mi abbraccia, tolgo il tacco 12, mi reinfilo le ciabatte pelose e festeggiamo tutto il giorno tra brindisi e videochiamate con amici.

È stato pazzesco, devo ammetterlo.
Un turbinio di emozioni, come se fossi stata brilla tutto il tempo. È andato tutto bene! Il cuore pieno di soddisfazione e anche il calice di vino nella mia mano destra!
La festa ce la terremo per la magistrale, mi son detta, sempre sperando di non essere ancora in quarantena in un’altra pandemia globale!!!

Jessica Giustacchini
Studentessa del I anno del biennio specialistico in Grafica e Comunicazione


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