L’arte della decorazione del corpo

Pubblicato da Hdemia SantaGiulia il

“Non è possibile trovare alcuna area del mondo, dalle regioni polari nel nord fino alla Nuova Zelanda nel sud, le cui popolazioni originarie non usassero decorare il corpo o farsi dei tatuaggi

– Charles Darwin, da Il viaggio della nave Beagle.

Le pratiche di decorazione del corpo atte ad ornare, abbellire o addirittura modificare il corpo umano sono la più antica e spontanea espressione della creatività umana e sono da sempre attuate e conosciute in tutto il mondo.

Tutt’oggi ne utilizziamo diverse per rendere più bello il nostro corpo come il trucco del viso, la perforazione dei lobi, il body painting e diversi tipi di interventi di chirurgia estetica. Queste pratiche sono state più o meno accettate dalla nostra società.

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PH: © Seyi Ariyo from Unsplash

Ne esistono però anche altri tipi ritenute perlomeno eccentriche, strane, se non del tutto antisociali in alcuni casi. Stiamo parlando di piercing, tatuaggi, scarificazioni o branding (dall’inglese “marchiare”), fino al limite estremo della trasformazione radicale della forma e dell’aspetto del corpo.

Oggigiorno anche pratiche una volta meno diffuse come il tatuaggio ed i piercing stanno diventando “normali” quasi quanto il rossetto o il lifting.

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PH: © Ashley Byrd from Unsplash

Le diverse decorazioni del corpo

Oggi la maggior parte delle persone che intervengono sul proprio corpo sono motivati soprattutto da una ribellione nei confronti di una cultura che sembra voler ridurre gli essere umani a soli numeri, o da mode suggerite dalla strada o dai media; le culture tribali invece sono il più delle volte mosse da motivazioni ben diverse.

Ad esempio, alcune popolazioni possono utilizzare la decorazione del corpo per esprimere una rivendicazione di libertà personale e della propria unicità, ma la maggior parte deve essere messa in relazione alle regole e alle tradizioni che caratterizzano la persona come membro o non-membro di un determinato gruppo, oppure ne palesa il credo e le convinzioni religiose, magiche o spirituali.

Alcune delle motivazioni che hanno portato all’utilizzo di queste decorazioni sono:

  • indicare l’appartenenza a un clan, tribù o ad un gruppo totemico;
  • segnalare fasce d’età, rango o status;
  • tenere lontano il male e le malattie;
  • ottenere l’ingresso in un altro mondo in punto di morte;
  • apparire feroce e temibile;
  • essere più attraente.

Data la grandissima varietà di pratiche e delle grandi differenze che spesso ci sono tra di loro, possiamo classificare queste pratiche in quattro grandi gruppi.

Le pratiche non invasive

Queste includono tutti i metodi di decorazione che interessano solo la superficie del corpo. Non implicano alcun cambiamento strutturale, né la modificazione del corpo o delle sue parti.

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PH: Sergio Rodriguez – Portugues del Olmo from Unsplash

Ne sono un esempio l’uso di smalti per unghie, orecchini con la clip, tintura per capelli, make up, ma anche il body painting, i disegni per il viso, mani o piedi.

Le pratiche invasive

Include tutte le tecniche che mirano a modificare una qualsiasi parte del corpo, sia temporaneamente che permanentemente, attraverso la perforazione, l’allungamento, il taglio o l’asportazione, l’introduzione di sostanze estranee o la modificazione della struttura ossea.

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Le decorazioni corporee invasive temporanee sono il trucco permanente ed i piercing semplici. Quelle invasive permanenti sono: l’imperlinatura, l’allungamento dei lobi, alcuni tipi di chirurgia estetica, inserzioni di dischi nei lobi delle orecchie o di placche nelle labbra, piercing con allargamento dei fori, scarificazione e tatuaggi.

Vanno poi anche prese in considerazione le modificazioni permanenti che coinvolgono le ossa e le amputazioni.

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Le decorazioni temporanee

In questa categoria rientrano tutte quelle pratiche che sembrano cambiare solo l’aspetto superficiale del corpo e quindi anche la percezione di sé. Si dividono a loro volta in decorazioni di breve o lunga durata.

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PH: © Emiliano Vittoriosi from Unsplash

Le decorazioni di breve durata sono, ad esempio, il body painting, il make up e la rasatura del cranio.

Quelle invece a lunga durata non possono essere rimosse facilmente, a causa della loro natura leggermente invasiva e l’unico sistema di rimozione è la capacità dei tessuti di autogenerarsi nel corso del tempo.

Ne è un esempio il tatuaggio cosmetico che può durare dai 3 ai 6 anni.

Anche l’henné è da considerare come decorazione temporanea a lunga durata.

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Le modificazioni permanenti

La maggior parte delle decorazioni appartenenti a questo gruppo sono anche invasive: il piercing e la scarificazione ne costituiscono l’esempio più evidente. Questo tipo di decorazioni, a seconda se interessi i tessuti molli (pelle o carne) piuttosto che la struttura ossea possono essere eseguiti in modo molto differente.

Le alterazioni ai tessuti molli sono: le decorazioni (trucco permanente, piercing) e le modificazioni (alcuni tipi di chirurgia estetica, allungamento dei lobi, inserimento di dischi nei lobi, scarificazione, tatuaggi).

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Invece per alterazioni dei tessuti rigidi si intendono: le variazioni della struttura ossea (allungamento delle ossa del cranio, allungamento del collo, fasciatura dei piedi) e le amputazioni (sacrificio delle dita, estrazione o limatura dei denti).

Il tatuaggio e la scarificazione sono arti antiche, che nelle diverse realtà culturali hanno sviluppato caratteri specifici e distinti.

Il temine stesso “tatuaggio” deriva dai più antichi strumenti per decorare la pelle: la parola polinesiana tau-tau ricorda il suono prodotto dal bastoncino superiore quando batte contro quello inferiore, durante l’applicazione del tatuaggio. La macchinetta elettrica fu inventata solo nel 1891.

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Nel corso degli ultimi decenni molte di queste pratiche sono state riscoperte anche dalle società urbane, sia in Occidente sia in Oriente.

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Tuttavia esse si differenziano da molti punti di vista da quelle praticate dalle popolazioni tribali.

Il marchio

Il tatuaggio in alcuni periodi della storia è stato usato anche per marchiare la pelle. Era usato per contrassegnare gli assassini e gli altri criminali, oppure per marchiare gli schiavi come si fa con il bestiame. Una simile pratica era usata anche in alcune tribù, per esempio per indicare pubblicamente chi si era macchiato di codardia.

La sensibilità contemporanea giudica questo genere di pratiche come una violazione dei diritti umani ed è per questo meno restia ad accettare i marchi intesi come decorazione.

Esistono però culture che impongono dei marchi, in quanto solo le persone aventi determinati marchi sono considerati puri o rilevanti. L’individuo non è libero di decidere se essere marchiato o meno, tantomeno di scegliere i tempi ed i modi dell’operazione o i motivi decorativi.

I membri delle culture tribali, infatti, seguono consuetudini secolari, nell’ambito delle quali ogni cambiamento si insedia con estrema lentezza.

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Fra molte popolazioni africane, ad esempio, le giovani donne sono costrette a sottoporsi a dolorosi interventi di marchiatura che scandiscono ogni tappa della loro vita.

Il rinnovato interesse per le forme estreme di decorazione del corpo ha le sue fondamenta negli antichi costumi, ma in una prospettiva completamente differente.

Un tempo, infatti, la società marchiava i diversi per emarginarli, oggi chi per scelta sta ai margini della società desidera marchiarsi come segno di anticonformismo e di ribellione aggressiva nei confronti di un’umanità standardizzata ampiamente promossa dai media.

È proprio la scelta individuale ciò che rende le pratiche tribali odierne totalmente differenti rispetto al passato: l’individuo sceglie da solo quando decorare il suo corpo ed il significato che queste decorazioni devono avere.

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Ormai però gli “alternativi” e “ribelli” che si sono apposti un marchio particolare e hanno deciso di decorare il corpo sono talmente numerosi da non sembrare più un eccezione, quanto piuttosto la regola.

Al giorno d’oggi, la tolleranza per quello che si può fare con il corpo non si è ancora pienamente affermata, anche se certamente la strada imboccata è quella giusta.

Molti sono gli artisti che sostengono questo processo e ci ricordano che ciò di cui abbiamo veramente bisogno per vivere insieme è qualcosa di assolutamente semplice come il rispetto: per i gusti, per le scelte, per i desideri e per i bisogni degli altri.

Questo rispetto deve includere anche canoni di bellezza altrui, senza dimenticare i differenti metodi scelti per decorarsi, visibili o occultati che siano.

Perchè non bisogna mai dimenticare che sono solo differenti punti di vista: ciò che a noi può sembrare assurdo e deviato, per altri non lo è, mentre per loro possono esserlo le nostre scelte.

Malina Lucaci
II anno del corso di Decorazione


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