«Basta schiacciare un tasto!»

Pubblicato da Hdemia SantaGiulia il

Ailbhe-Flynn-Unsplash

10 cose da non dire mai a un fotografo

La fotografia: una grande passione!

Che la fotografia fosse una mia grande passione l’ho capito a 14 anni, quando con le prime compatte mi sono ritrovata per ore a cercare l’inquadratura perfetta per tradurre in immagine l’idea che avevo in mente. Se ai tempi qualcuno mi avesse detto che un giorno sarebbe diventato un lavoro non ci avrei mai creduto! Come in ogni ambito, anche noi fotografi siamo circondati da falsi miti e oggi, dopo aver passato in rassegna 7 anni di lavoro, vi presento 10 cose da non dire MAI a un fotografo.

fotografa con reflex
Una delle prime fotografie che mi hanno scattato durante un servizio fotografico – Foto di Carlo Tellaroli

1: “TANTO DEVI SOLO SCHIACCIARE UN TASTO!”

Ebbene si, iniziamo con un grande classico. Quante volte vi è capitato di sentire questa frase? O perché no, magari l’avete proprio detta o pensata. Sfatiamo questo grande mito: il lavoro del fotografo non consiste solo nello schiacciare un tasto! Per scattare una bella fotografia ci sono diversi fattori da tenere in considerazione: l’ambiente in cui si scatta, le luci naturali presenti, eventuali elementi di disturbo. Tutto questo richiede diversi momenti di preparazione, prove e foto scartate prima di arrivare a un risultato soddisfacente. In genere una reflex prevede diverse modalità di scatto e soprattutto, per chi usa la modalità manuale, trovare le impostazioni giuste al primo colpo è quasi impossibile.

2: “PORTA LA TUA REFLEX, MAGARI FAI ANCHE QUALCHE FOTO!”

Ah gli amici, cosa faremmo senza di loro? Avere un amico fotografo è una grande fortuna, ma ricordiamoci che anche a noi fotografi piace passare del tempo in compagnia, senza per forza dover scattare. Spesso alle feste e agli eventi lavoriamo per ore, osserviamo ciò che accade, pronti a immortalare i momenti migliori. E’ proprio per questo che ritagliare del tempo per i nostri amici per noi è ancora più piacevole, se possiamo dimenticarci per quella sera la macchina fotografica nel suo zainetto.

3: “CON LA TUA MACCHINA FOTOGRAFICA LE FACCIO BENE ANCHE IO!”

jakob-owens-azZtU531psM-unsplash
PH: © Jakob Owens from Unsplash

Per molti avere un’attrezzatura costosa equivale automaticamente ad ottenere foto belle. Avere l’attrezzatura giusta è sicuramente molto importante e usarla abitualmente permette di ottenere delle immagini migliori da un punto di vista tecnico. Questo però non può sostituire in nessun modo la creatività del fotografo, la sua esperienza e la sua formazione professionale. Per diventare un fotografo serve molto tempo, talento e pazienza. Non tutti hanno la stessa sensibilità nel vedere le cose, per questo motivo è importante investire nella propria attrezzatura, ma ancora di più, nella propria formazione.

4: “ME LA PASSI SENZA LOGO?”

“Certo, come no!” L’eterna battaglia del copyright. Molte volte il logo posizionato sulle foto è considerato quasi inappropriato. Ho vissuto questo dilemma da entrambi i fronti e sono arrivata alla conclusione che firmare una propria foto, sempre che sia fatto con criterio, sia più che giusto! Quante volte ci capita di scaricare foto da internet senza nemmeno prenderci due minuti per verificare di chi sia? Non c’è nulla di male nel condividere fotografie di altre persone, la cosa sbagliata sta nel farlo senza specificarne l’autore. Una fotografia è un’opera creativa a tutti gli effetti e l’autore merita i riconoscimenti proprio come uno scrittore, un pittore o un musicista.

5: “CERTO CHE VOI FOTOGRAFI FATE PROPRIO LA BELLA VITA!”

Feste, matrimoni ed eventi di qualunque genere. Quello che le persone spesso notano è una figura professionale, cordiale, confusa nella folla, mai troppo invadente, attenta ai momenti principali da fotografare. È vero, spesso il nostro lavoro è piacevole e il tempo quasi vola. Ma quello che le persone non vedono sono tutti i sacrifici che questo lavoro comporta, gli infiniti “no” detti agli amici, ai compleanni persi e alle ore passate al computer (nei posti più improbabili, aggiungerei) a post-produrre. Essere un fotografo è bello, ma è anche altrettanto impegnativo. Mantenere un alto livello di professionalità non solo durante le ore di lavoro, ma anche nella fase di rielaborazione è fondamentale e tutto questo richiede molte energie e una buona capacità organizzativa.

6: “PASSAMELE TUTTE DOPO, ANCHE QUELLE VENUTE MALE!”

Mediamente durante un evento può capitare di scattare anche più di 1000 foto, rigorosamente in raw per Canon e nef per Nikon, i negativi digitali. Questo ci permette una maggiore flessibilità nella fase di post produzione, senza rischiare di danneggiare lo scatto quando lo modifichiamo, ma crea, allo stesso tempo, un notevole problema di memoria. Una cartella con gli scatti originali può pesare anche più di 30/40 Giga. Tralasciando per un momento la parte pratica però, chiederci di passare tutte le foto è come chiederci di lasciare un lavoro a metà. È come chiedere a una parrucchiera di farti uscire con la testa bagnata o a un autore di leggere le bozze e non la versione rilegata con copertina del suo libro! Un album fotografico considerato pronto richiede un’accurata selezione delle immagini e la loro rielaborazione.

Schermata programma Lightroom
Catalogo Lightroom tipo di una fotografa riordinato durante la quarantena – Screenshot

7: “SISTEMALA DOPO CON PHOTOSHOP!”

Che Photoshop possa fare miracoli lo sappiamo tutti, ma dal modificare una foto al manipolarla è un attimo. Quando uno scatto di base non è riuscito, l’unica soluzione è rifarlo. Passare ore a scattare, pensare di aver ottenuto il risultato tanto sperato, tornare a casa e rendersi conto che lo scatto non è esattamente come si pensava, cancellare tutto e ricominciare da capo: un piccolo dramma, ma capita molto più spesso di quanto si pensi. Non c’è foto pubblicata che non abbia una leggera sistemazione di luci, taglio o colore. Se le correzioni diventano più impegnative e richiedono le più elaborate inventive del nostro amato Photoshop, probabilmente lo scatto non è stato realizzato proprio nei migliori dei modi e non si possono fare miracoli.

Scatto prima e dopo la post – produzione dei colori – Fotografia personale

8: “CON IL TELEFONO VENGONO BENE UGUALE!”

Diamo a Cesare quello che è di Cesare. I cellulari che abbiamo oggi sicuramente hanno portato la fotografia su un altro livello ed è innegabile il salto di qualità che è stato fatto. Potenzialmente ognuno di noi ha una fotocamera nella propria tasca. Scattiamo in continuazione e postiamo le foto che ci piacciono di più. La fotografia, però, non è solo il risultato finale, ma tutto ciò che porta ad esso. È tutte le prove fatte, tutte le foto scartate, le impostazioni cambiate mille volte. È la somma di tutte le ore passate a provare. Molto probabilmente se dovessimo fare una prova e scattare lo stesso paesaggio con una macchina fotografica e con un telefono il risultato sarebbe più o meno simile, ma vedere la proprio idea prendere vita in uno scatto studiato in ogni suo minimo dettaglio è qualcosa di inspiegabile.

Se siete appassionati di fotografia, ma non avete una macchina professionale, ecco a voi "Come fare belle foto con i cellulari: conosci i limiti e sfruttali a tuo favore", dei piccoli suggerimenti per sfruttare al massimo il vostro smartphone.

9: “E QUINDI CHE LAVORO FAI?!”

Proprio così e devo anche ammettere che, a me personalmente, questa domanda sia stata fatta un numero sufficiente di volte da attirare la mia attenzione. Diciamo la verità: con la diffusione degli smartphone, fotografare è un aspetto integrante della nostra routine quotidiana.

Smartphone, macchina fotografica, polaroid, li usiamo quotidianamente senza quasi farci caso. Questo rischia di sminuire agli occhi del pubblico la professione del fotografo. A tutti noi fotografi è successo di essere rifiutati perché “l’altro mi fa pagare di meno”. Fare il fotografo è un vero e proprio lavoro, non semplicemente un hobby, e non basta avere a disposizione una macchina fotografica costosa per essere in grado di portare a termine un servizio con risultati professionali.

10: “MA LO SFONDO SFOCATO L’HAI AGGIUNTO DOPO?”

Chiudiamo questa rubrica con il grande mistero dello sfondo sfocato. Questa tipologia di scatto si ottiene utilizzando un’apertura di diaframma molto ampio o per intenderci meglio il famoso “F” presente sullo schermo. Più il suo valore è basso più si riesce a isolare l’oggetto in primo piano dal resto dello sfondo, ottenendo l’effetto di sfocatura. Quindi per togliere ogni dubbi la risposta è no. Nella maggior parte dei casi, quando vi capita di vedere una foto con il soggetto bene in vista e lo sfondo sfocato, lo scatto è stato realizzato così già nella fase di produzione.

CONCLUSIONE

“Non fai solo una fotografia con una macchina fotografica. Tu metti nella fotografia tutte le immagini che hai visto, i libri che hai letto, la musica che hai sentito, e le persone che hai amato.“
Ansel Adams

Se qualcuno dovesse chiedermi cos’è per me la fotografia probabilmente glielo spiegherei cosi. Ogni scatto per me rappresenta un racconto: una storia d’amore, un ricordo rivisto dopo anni che suscita ancora delle forti emozioni, un viaggio indimenticabile o magari una semplice la storia di un istante fotografato di sfuggita ma che rimane impresso nella mente. Le 10 frasi che avete appena letto sono il frutto di 3 macchine fotografiche cambiate, innumerevoli ore di lavoro e di post produzione, infinite fotografie scattate e molti aneddoti scambiati con amici e colleghi. E per voi che avete amici fotografi, ricordatevi di non dire a loro mai queste frasi!

Cristina Eseniuc,
I anno, biennio specialistico di Grafica e Comunicazione (A.A. 2019/20)


1 commento

Insonnia: quando dormire diventa un optional — Hdemia SantaGiulia - il blog · 17 Marzo 2022 alle 11:37

[…] «Basta schiacciare un tasto!»Sindrome da foglio bianco, cos’è e come superarla5 cose che uno studente universitario vorrebbe dire ad un maturando […]

Lascia un commento