L’Arcobaleno di Nicole

Pubblicato da Hdemia SantaGiulia il

L’Arcobaleno di Nicole nasce come Associazione no-profit, nel novembre 2018, volta a inserire medici pediatrici in scuole e asili per poter individuare e prevenire patologie neurologiche e a sostenere i reparti ospedalieri di terapia intensiva e neurologica con macchinari e fondi.

Perché un arcobaleno? E perché di Nicole?

È il caso, questo, di un’associazione nata per fare del bene a seguito di un evento drammatico: Nicole Zacco, 4 anni, muore il 5 aprile 2018 per un’infezione cerebrale sorta in seguito a un’otite. Nasce così una realtà, fortemente voluta dai genitori, Alessandra Solazzi e Mattia Zacco, per ricordare Nicole, per svolgere attività educative ai piccoli studenti delle scuole e degli asili e per raccogliere fondi per le strutture ospedaliere.

Qui entriamo in gioco noi studentesse del secondo anno del Biennio Specialistico in Comunicazione e Didattica dell’Arte, guidate dal docente Vincenzo Beschi.

Alessandra e Mattia per raccontare la storia della figlia, in maniera da renderla comprensibile anche ai bambini, hanno creato una fiaba, e di conseguenza un piccolo libro, che la racconta sotto forma di metafora.

Il libretto è omonimo dell’Associazione e parla di tre bruchi, Mamma, Papà e la piccola Nicole, che vivono in un bosco chiamato N=OFI (dicitura con cui la bambina scriveva il proprio nome sui suoi disegni). Qui vivono felici insieme agli altri animali e un giorno decidono di andare al fiume per giocare e fare un picnic. Ad un tratto però il cielo si annuvola e arriva un improvviso temporale che fa finire Nicole nelle onde, facendola scomparire alla vista dei genitori. Sconvolti, chiedono aiuto ai loro amici del bosco che cercano il bruchetto tutta la notte senza successo, fino a quando vedono una grossa crisalide appesa ad un albero e capiscono che quella è Nicole. La crisalide si apre e ne esce una stupenda farfalla dorata che vola via verso l’arcobaleno salutando tutti.

Questa storia, qui riassunta in poche righe, è stata scelta per promuovere l’Associazione e quello che fa per la comunità, e i genitori di Nicole hanno chiesto a noi di trasformare la fiaba in un film di animazione con la tecnica dello stop motion per poterla trasmettere anche digitalmente nei vari canali social.

Ci siamo subito appassionate ed affezionate a questo progetto

Partendo sempre dalla storia originale, abbiamo iniziato a studiare i personaggi, gli sfondi e a decidere i supporti che volevamo usare. Abbiamo visto esempi e riferimenti per capire come avrebbe potuto funzionare al meglio e alla fine abbiamo optato per una tecnica semplice ma efficace: l’acquerello.

Prove di colorazione ad acquerello per “mamma bruco”.

Dato che il lavoro per realizzare un film d’animazione completo è molto, ci siamo subito divise i compiti: Elena Zattoni ha studiato e disegnato tutti i personaggi, Sabrina Favalli gli sfondi, Emilia Rombolà, Lorenza Testa e Sara Conte hanno realizzato tutti gli elementi accessori e Camilla Remondina e io abbiamo fatto lo storyboard, riadattato il testo e iniziato ad animare le scene.

Successivamente è arrivato il momento di registrare vocalmente la storia e, insieme al professore Beschi, abbiamo accolto per qualche lezione l’attore Roberto Capo, co-autore del famoso progetto tutto bresciano “Ch’él chì ch’èl lé”, che si è messo in gioco per dare vita ai personaggi della storia, insieme a Sabrina e Sara che hanno interpretato le voci femminili.
Dopo di che sono state selezionate tutte le registrazioni migliori e montate per arrivare a una traccia audio unica.

Uno dei momenti di registrazione vocale con l’attore Roberto Capo.

Una volta cominciate le animazioni in stop motion dei personaggi abbiamo purtroppo subito una battuta d’arresto: le lezioni sospese a causa della pandemia di Covid-19, diffusa nella zona del bresciano.
Molto dispiaciute di non poter terminare in tempo il progetto del film di animazione per i genitori Alessandra e Mattia e per la piccola Nicole, non ci siamo perse d’animo e, insieme al professor Beschi, abbiamo cercato delle soluzioni per poter continuare il lavoro anche a distanza.
Grazie alla piattaforma messa a disposizione dall’Accademia SantaGiulia stessa, possiamo comunque frequentare le lezioni e ognuna di noi cerca di produrre i materiali mancanti con quello che ha in casa, per poi mandarli al professore via e-mail che provvederà ad assemblarli e a controllarli insieme a noi in videoconferenza.

A destra il professore Vincenzo Beschi, al centro Roberto Capo, con il nostro gruppo di lavoro.

Non era certamente quello che ci aspettavamo, avremmo voluto impegnarci al massimo tutte insieme per produrre un magnifico film di animazione per raccontare e diffondere la storia dell’Associazione “ L’Arcobaleno di Nicole ”.

Però

nonostante le difficoltà e negatività di questo periodo, ognuno fa la propria parte,

cerchiamo di aiutarci a vicenda con i nostri mezzi, per esempio riprendendo in mano lo story board per modificarlo, cercando rumori e suoni da inserire o realizzando gli ultimi materiali che purtroppo non avevamo fatto in tempo a realizzare, insomma ci stiamo mettendo d’impegno per diventare come una catena di montaggio a distanza in modo da non deludere le aspettative di Alessandra e Mattia, coraggiosi e gentili a sceglierci come mezzo di espressione per la visione loro e di Nicole. Grazie.

Melania Raimondi
Studentessa del II anno del Biennio Specialistico in Comunicazione e Didattica dell’Arte per i musei.

#teamdidattica
#andràtuttobene

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