“Buena suerte Milagros de Mèxico”: viaggio tra gli ex-voto del Messico

Pubblicato da Hdemia SantaGiulia il

Nell’antica casa di Alessandro Manzoni a Milano, è stata allestita questa particolare mostra: si tratta di una raccolta di un collezione privata di 310 tavolette ex-voto di latta dipinte ad acrilico, che raccontano la vita del popolo del Messico tra leggende, superstizioni e magia.

La locuzione Latina ”EX-VOTO” tradotta letteralmente significa a ”seguito di un voto’‘.

Nella cultura messicana viene utilizzata per indicare un oggetto dato in dono a una divinità, per grazia ricevuta.

Leggende

Nelle sale sono collocati i Retablos, dediti al ringraziamento di vari Santi, soprattutto rivolti alla Vergine del Guadalupe, nei quali gli artisti descrivono una colorata e spesso ironica quotidianità, e lo fanno contaminandosi con antiche leggende popolari.

In quest’opera l’artista Selva Priero rappresenta se stessa, insieme a suo marito, mentre è alla ricerca del Peyote, un piccolo cactus dal colore verde-blu, necessario per celebrare una cerimonia.

L’artista racconta della difficile avventura affrontata per riuscire a trovare questa piccola pianta il cui uso, noto fin dall’antichità, aveva effetti allucinogeni.

Proprio per questo motivo, veniva considerato dagli Indios messicani come un Dio a cui rivolgersi durante riti e cerimonie.

Superstizioni

Il Chupacabras, letteralmente “succhia capre”, è un animale leggendario che ha sembianze simili ad un coyote, è caratterizzato da aculei aguzzi lungo tutto il corpo e infligge violente torture alle capre ed altri animali domestici succhiandone il sangue.

In questa sezione le piccole lamine votive sono dedicate ai racconti contadini dove si racconta anche della bestia.

L’artista Flor in questo dipinto, racconta la storia del contadino Hipòlito spaventato dalla morte di alcune delle sue capre per mano del chupacabra. Hipòlito prega intensamente la Vergine del Guadalupe per far che la disgrazia non si ripeta più.

La Llorona, “piangiona”, è una donna che nelle leggende del Messico assume l’aspetto di uno spettro disperato che si aggira in ogni dove alla ricerca di un figlio scomparso, morto  forse per mano sua.

Lo spettro, quindi, emette delle urla stridenti che, attirano l’attenzione delle gente che, tentando di seguirla incuriosita, andava incontro alla follia, o persino alla morte.

La donna spettro simboleggia la paura che le popolazioni dell’America Centrale provavano nei confronti dei coloni Europei, sinonimo di violenza e sterminio sulle donne.

Magie

Il Dia de los muertos,  il 2 novembre, è il giorno nel quale si commemorano i defunti e, in Messico, si tratta di una vera e propria festa.

Lo scopo della celebrazione è donare felicità e prosperità a coloro che sono ormai passati a miglior vita: scheletri danzanti e teschi di cioccolato adornano altari e cimiteri.

È una giornata nella quale i vivi ricordano i loro cari defunti, ma non con tristezza o rammarico, anzi festeggiandoli e dedicando loro una giornata colorata e felice.

La calavera Catrina, è una figura scheletrica di una donna borghese europea, inventata dal litografo Jose Guadalupe Posada e ripresa dal celebre pittore Diego Rivera, originario del Messico, nel murale “Sueño de una tarde dominical en la Alameda Central”.

Lo scheletro indossa eleganti abiti europei e sfoggia un trucco pesante per mascherare le sue origini.

Rivera con il suo murale mise al centro dell’opera Catrina come una donna elegantemente vestita, accompagnata da un uomo impeccabile. In questo modo la donna-scheletro diventa un icona ricorrente e protagonista della tradizione popolare.

Si tratta dunque di testimonianze contemporanee di vita quotidiana, con le sue molteplici difficoltà, che a volte si arricchiscono di fantasiose apparizioni di alieni o di insolite figure, ma che sono da secoli nelle tradizioni e nella cultura del Messico.

Ciò che è interessante è come questi artisti siano stati in grado di trasmettere le loro testimonianze tramite semplici rappresentazioni dipinte su un materiale povero e spesso di scarto come la latta, che spesso e volentieri veniva pulito e riutilizzato. 

Ciò che più affascina è come ogni popolo ami e rispetti le proprie tradizioni, e continui a mantenerle vive.

Martina Bellotti
III anno del corso di Decorazione Artistica


0 commenti

Lascia un commento