Cosa ci vuole a farlo?

Pubblicato da Hdemia SantaGiulia il

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Come comportarsi col cliente quando sottovaluta il nostro lavoro.

“Cosa ci vuole a farlo?”, queste sono solo alcune delle terribili esclamazioni che i committenti spesso rivolgono a chi lavora in un ambito artistico, come un fotografo, un grafico, un pittore.

Questo atteggiamento non dipende solo dall’educazione del cliente ma piuttosto da una percezione globale che quelle artistiche non siano delle vere e proprie professioni, perché non producono beni “utili”, non salvano vite, non soddisfano bisogni primari.

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Anger | Photo by Andrea Piacquadio on Pexels.com

Un esempio? Mi chiamo Costa Eleonora, studio all’Hdemia SantaGiulia (attualmente sono in Erasmus), e la mia professione è quella della fotografa.

Con il miglioramento della tecnologia ogni forma artistica è diventata decisamente più accessibile a tutti; telefoni per creare foto fantastiche, applicazioni per modificarle con e etti meravigliosi e social su cui postarle per conquistare notorietà.

Nella percezione del cliente che commissiona uno shooting è difficile immaginare un’attrezzatura professionale che preveda denaro, impegno ed anni di studi per saperla utilizzare, per non parlare degli aggiornamenti continui per rimanere sempre al passo con i tempi e le tendenze stilistiche; applicazioni come paint, gimp, instagram o addirittura microsoft word vengono considerate adatte per ottenere un ottimo lavoro se per esempio vogliamo pubblicizzare un paio di scarpe, una maglietta, uno stile di vita o il proprio prodotto.

Quindi strumenti come photoshop, camera raw o lightroom sono solo tecnologie vecchie e superate da questi mezzi.Inoltre la nostra attrezzatura professionale e molto costosa viene vista come banale, del valore di poche centinaia di euro, spesso non sanno neanche cosa comporti utilizzare una macchina fotografica in manuale dando per scontato che impostandola automaticamente lo scatto risulterà perfetto.

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PH: © Jakob Owens from Unsplash

Ma per nostra fortuna non è realmente così perché buoni risultati si ottengono solo con un buon servizio, la vera sfida consiste nel farlo comprendere anche al cliente, spiegando il tempo e l’impegno che sta dietro ad ogni lavoro che ci viene richiesto, la cura per il dettaglio e l’importanza della qualità della foto, riuscendo anche così a giusti care il preventivo che sarà sicuramente giudicato troppo elevato.

Quindi, giunti alla conclusione vi chiederete, ma quali sono i rimedi per evitare tutto ciò?

Anzitutto avere un proprio stile ben definito e coltivarlo, cercare di proporsi con prodotti di buon livello, fare pratica per poter mostrare sicurezza ed orgoglio nel proprio lavoro, mantenere umiltà quando necessario e non promettere capacità più grandi di noi ma valorizzare quelle che già possediamo, cercando comunque di migliorarsi di volta in volta.

Non mostrare debolezza difronte al cliente, anche quando la concorrenza propone un servizio con la reflex di ultimo modello o uno shooting ad un prezzo stracciato, quindi saper ribattere ad ogni suo cenno di superiorità nei nostri confronti motivando le nostre risposte con termini tecnici che dimostrino la nostra preparazione.

Ognuno di noi, in base all’ambito artistico che svolge, deve trovare un proprio stile e renderlo unico ed inimitabile, deve saperlo vendere per emergere in questa enorme e nuova quantità di fotografi e grafici che nascono ogni giorno, come il cugino, l’amico o lo zio.

Trovi qui alcune mie foto!

Eleonora Costa


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