AIESEC: Viaggiare e avere esperienze all’estero, è importante per uno studente?

Pubblicato da Hdemia SantaGiulia il

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Quando Stefano Ferraro, dopo l’esperienza di Erasmus vissuta durante il Suo percorso di Grafica dell’Accademia SantaGiulia, è venuto, con l’aria trionfante che lo contraddistingue, a parlarmi del progetto AIESEC, gli ho subito chiesto di conoscerne il Direttivo per capire con loro come avremmo potuto collaborare.

E quando sono riuscita a conoscere Nicola Cipriano e i suoi colleghi, non ho potuto che entusiasmarmi e abbracciare gli obiettivi di questa rete internazionale che vuole spingere i giovani a viaggiare per conoscere e riconoscersi, per assorbire e venire assorbiti dalle meraviglie della vita.

D’altronde, l’obiettivo principale di un’istituzione educativa come l’Accademia è di SCUOTERE GLI ANIMI. E sfido chiunque a non rimanere quantomeno colpiti dalle esperienze che i giovani possono fare in giro per il mondo.

Ilaria Manzoni, Vice Direttore dell’Accademia SantaGiulia

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AIESEC è la più grande associazione studentesca internazionale al mondo, e ha l’obiettivo di fornire esperienze e opportunità di sviluppo e crescita personale a giovani studenti volenterosi e pronti a mettersi in gioco. AIESEC ha sede anche a Brescia e propone sia attività in loco sia stage di volontariato che professionali all’estero.

Tra le università e gli istituti con i quali collabora c’è l’Accademia SantaGiulia e proprio un ex-studente ha colto l’occasione di beneficiarne durante il suo percorso formativo. 

Stefano Ferraro ha vissuto l’esperienza AIESEC sia come membro sia come volontario in un progetto. Come membro ha vissuto il Comitato, lavorando in un team e mettendo concretamente in atto le conoscenze apprese da studente dell’Accademia.

Allo stesso tempo a potuto sfidare se stesso svolgendo attività nuove e sviluppando competenze trasversali utili in qualsiasi contesto professionale. Come volontario (tramite il programma Global Volunteer) si è immerso in un contesto completamente diverso, non solo grazie al luogo ma soprattutto grazie al team internazionale di giovani con cui ha vissuto per 6 settimane.

Il progetto gli ha permesso di sperimentare una crescita personale e professionale, non solo ha messo a disposizione le proprie competenze ma si è adattato ad un ambiente eterogeneo e multidisciplinare.

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The AIESEC way!

Ecco cosa ci ha raccontato nello specifico.

Ciao Stefano! Parlaci un po’ di te in generale.

Beh, in generale non fa benissimo, soprattutto ai denti. Meno del caffè comunque. Poi dicono che in estate un bel tè caldo disseta di più delle bibite fredde. Io personalmente preferisco il nero.

Che percorso hai seguito in Accademia? A che punto sei della tua carriera universitaria?

Entravo dalla porta principale, giravo a sinistra e dopo un paio di scalini prendevo l’ascensore a destra. Tre anni di scale per raggiungere i laboratori all’ultimo piano mi avrebbero sfiancato più di certi raduni ovali… Qualche studente di Graphic Design del Biennio sa di cosa parlo! Ora per fortuna ho smesso.

Quali sono i tuoi obiettivi nella vita?

Cercare di avere la minor quantità di rimpianti possibili.

Parliamo un po’ della tua esperienza AIESEC: che rapporto hai avuto con l’associazione? Di quali opportunità hai beneficiato?

Paradossalmente molto simile a quello con l’Accademia ora che mi ci fai pensare.
Diciamo che mi ha regalato la possibilità di vivere situazioni alquanto inaspettate e conoscere persone e posti davvero speciali. Dal girare delle interviste nei quartieri generali DHL a documentare paesaggi mozzafiato in Asia.

Parlaci, più nel particolare, un po’ della tua esperienza nel Comitato di AIESEC Brescia.

Quando sono entrato non era ancora un comitato ufficiale, eravamo solo dei ragazzi con la stessa visione. Purtroppo i vari progetti nati di conseguenza non mi hanno più permesso di essere partecipe quanto avrei voluto, ma sono fiero di vedere quanto è cresciuto.

Ho avuto la fortuna di collaborare con ragazzi della mia età e mettermi all’opera proprio per tirare su una sede a Brescia che è in auge ormai da qualche anno.

Interessante! Come mai hai deciso anche di partire? Parlaci bene della tua esperienza con AIESEC Biškek, il comitato che ha ospitato il tuo progetto di volontariato.

Vedi risposta 4. Ho avuto la fortuna di vivere un’esperienza fuori dal comune a Biškek, uno dei centri economici più importanti del Kyrgyzstan. 

In aggiunta posso dire che cerco sempre le strade meno battute. I ragazzi del comitato sono stati davvero molto disponibili e alcuni di loro sono diventati dei cari amici che sento ancora. Inoltre, il progetto che avevamo lanciato ancora resiste dopo tre generazioni quindi ne vado fiero.

Hai conosciuto persone che ti hanno in qualche modo influenzato? Racconta.

Beh, Sula, il mio “fratellone asiatico”, mi ha insegnato a non avere paura dei selfie. Ancora ci sto lavorando.

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Pensi che viaggiare/avere esperienze all’estero sia importante per uno studente? Perché?

Viaggiare è importante. Punto. Sei poi uno oltre che a essere studente, è anche studente di vita allora il viaggio diventa ancora più importante.

Puoi dire di essere cambiato grazie a queste scelte di percorso? Come e in che modo?

Sicuramente. Poi sono reazioni a catena. Ad un anno dalla laurea sono ancora riuscito a non trovare un lavoro in-house.

Un aneddoto per l’episodio più memorabile della tua esperienza all’estero?

Ci metterei troppo a sceglierne uno. Ti faccio una lista di cose che, credeteci o no, sono realmente successe…

Scendere da un burrone di notte, senza attrezzatura e con solo il cellulare in tre persone. Cavalcare un cavallo al tramonto. Cavalcare un asino al tramonto. Flyboard con ghiacciai cinesi sullo sfondo. Cavalcare una cavalla. Essere scambiato per un agente della CIA. Non riuscire a finire 3 euro di cibo. Perdere una partita a calcio contro i bambini di un villaggio. Potrei andare avanti un sacco…

Grazie! Lasciaci lanciando un messaggio: perché uno studente dell’Accademia dovrebbe partire con AIESEC?

Una persona in generale dovrebbe partire. Soprattutto se ne ha la possibilità! Se poi capita che uno sia studente e che trovi il progetto giusto, allora il viaggio diventa magico.


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