Approfondimento tematico di Anna Ramera

Pubblicato da Hdemia SantaGiulia il

brown man face figurine

Il mio supporto al progetto è di tipo iconografico e di approfondimento tematico in relazione alle ricerche degli scultori miei colleghi.

Scelgo, per iniziare, 3 immagini.

La prima

È una fotografia della performance compiuta da Zhang Huan ai Musei Capitolini di Roma nel 2005. Abbiamo parlato molto di bellezza e di tradizione ma anche dell’attenzione e del tempo che oggi si dedica alle sculture e ai monumenti delle nostre città.

Zhang Huan in My Rome riflette, secondo me, su tematiche molto simili: la durezza e l’eternità del marmo, la bellezza delle sculture antiche e i modelli che esse rappresentano sono ancora ciò di cui vogliamo circondarci?

L’artista provoca l’osservatore ma al tempo stesso lo richiama all’osservazione di qualcosa che nel pensiero comune non potrà mai essere eguagliato.

My Rome: 2005, Performance, Capitoline Museum, Rome, Italy
My Rome | 2005, Performance, Capitoline Museum, Rome, Italy

La seconda

È una scultura di Marc Quinn, anch’essa del 2005: Alison Lapper Pregnant. L’artista reinterpreta i paradigmi della grande scultura classica attraverso la figura di una donna focomelica.

La nostra comune modalità di approccio ci porta ad ammirare la pulitezza e la bellezza classica della statua ad un primo sguardo, portandoci poi ad un senso di disagio e spiazzamento quando realizziamo di trovarci di fronte alla mimesi di una realtà che non è mai stata considerata degna di apparire.

Questo è proprio quello che intendevo quando parlavo dei diversi punti di vista che la scultura oggi dovrebbe saper offrire partendo sì dalla tradizione ma facendo riferimento a ciò che parla dell’uomo di oggi, della realtà e non di una perfezione che non è mai esistita.

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La terza

La terza immagine la propongo invece come supporto alla riflessione sul ricordo. Credo che ricordare significhi risvegliare dentro di noi un’emozione o una sensazione che, avendo fatto parte del nostro passato rimane, spesso latente ma a volte in continuo tumulto, dentro di noi, determinando chi siamo.

In Noviembre 6 y 7 del 2002 Doris Salcedo, l’artista dà valore al ricordo innalzando uno struggente, provocatorio e comunicativo monumento contemporaneo.

Il lento accumularsi delle sedie sul palazzo della Giustizia di Bogotà attira lo sguardo dei passanti che risvegliano il doloroso ma altrettanto doveroso ricordo di una strage che ha cambiato per sempre il loro paese. Le sedie vuote chiedono di essere riempite di senso e chiedono risposte. Gridano nel silenzio.

Image from Doris Salcedo “Nobiembre 6 y 7, 2002”

Anna Ramera


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